La MOC, ossia la Mineralometria Ossea Computerizzata, è un esame di cui ci si avvale per valutare lo stato di salute delle ossa. Serve a determinare se la densità minerale si è ridotta e se è già comparsa l’osteoporosi. Si rivela dunque utile soprattutto per le donne in menopausa, che sono ritenute i soggetti più a rischio di demineralizzazione ossea, poiché consente di identificare la malattia in fase precoce. Ne abbiamo parlato con il Professor Gherardo Mazziotti, Capo Sezione Ricerca, Diagnosi e Cura delle Malattie Osteometaboliche in Humanitas
Che cos’è la MOC?
La MOC è una densitometria, che misura la densità minerale ossea dello scheletro, dunque la massa e la quantità di minerali in esso presenti. Si tratta di un esame consigliato in particolar modo alle donne in post-menopausa e agli uomini over 60 con accertati fattori di rischio per lo sviluppo di osteoporosi. La MOC viene anche prescritta a individui di qualunque età e genere in caso di sospetto di osteoporosi geneticamente determinata, osteoporosi secondaria a malattie croniche e a terapie croniche potenzialmente osteopenizzanti.
La MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) si esegue mediante la DEXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry), tecnica a doppio raggio X.
La MOC-DEXA misura la densità minerale nelle ossa di una zona campione, ossia un’area ben delimitata dello scheletro. Queste zone sono solitamente la colonna vertebrale e il femore prossimale. Lo strumento procede in modo automatico, indicando la Bone Mineral Density (BMD), ossia la densità minerale in grammi per centimetro quadrato.
La BMD viene espressa quantitativamente mediante due parametri, il T-score e lo Z-score.
Il T-score misura la differenza tra il valore di BMD dell’osso esaminato e il campione di riferimento, rappresentato da soggetti sani di 30 anni esaminati nel momento in cui si raggiunge il massimo livello di massa ossea L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che un T-score superiore a -1 deviazioni standard corrisponde a una situazione di normalità; un T-score compreso tra a -1 e -2.5 deviazioni standard indica un’osteopenia, dunque un modesto impoverimento dell’osso; mentre un T-score inferiore a -2.5 deviazioni standard indica la presenza di osteoporosi, che implica un rischio sensibilmente maggiore di andare incontro a fratture. Il T-score viene utilizzato per definire il rischio fratturativo in soggetti di età superiore ai 50 e donne in post-menopausa.
Lo Z-score misura la differenza tra il valore di BMD dell’osso esaminato e il campione di riferimento, rappresentato da soggetti sani e di pari età. Tale parametro viene utilizzato per i soggetti di età inferiore ai 50 anni e nelle donne in pre-menopausa; in questi casi, il valore di riferimento dello Z-score per definire una condizione di fragilità scheletrica è -2.0 deviazioni standard.
Come si svolge la MOC
La MOC non necessita di alcuna preparazione specifica e dura pochissimo, circa tre minuti: il paziente viene fatto sdraiare su un lettino dove lo strumento di emissione dei raggi X, situato sotto il materassino, è accoppiato a un braccio mobile che contiene il rilevatore dei raggi e che scorre lungo i segmenti scheletrici analizzati.
In seguito lo specialista stabilità un calendario di monitoraggio (abitualmente ogni 18-24 mesi) per monitorare eventuali cambiamenti nella densità minerale ossea e prevedere gli eventi fratturativi, nonché per valutare l’efficacia dei trattamenti anti-osteoporotici in atti.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici