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Cosa fare in caso di mal d’orecchio?

Il dolore all’orecchio è un disturbo comune e fastidioso, può correlarsi a situazioni banali o meno, ma in ogni caso attenzione perché il rimedio casalingo potrebbe essere dannoso tanto più trattandosi di un organo di senso che è bene proteggere e preservare.

Sottoporsi a una visita otorinolaringoiatrica è fondamentale, ma spesso la visita deve essere corredata da esame audiometrico tonale, vocale o esame impedenzometrico, necessari per comprendere alterazioni della funzione più facilmente riconducibile all’orecchio, ovvero il sentire.

Ne parliamo con il dottor Luca Malvezzi, specialista in Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale in Humanitas.

Quali sono le cause del mal d’orecchio?

Il fastidio all’orecchio può manifestarsi in modi differenti e correlarsi a problematiche dell’orecchio stesso o di ciò che l’orecchio circonda.

La pelle del condotto uditivo, ovvero del tragitto che conduce alla membrana del timpano, non solo è innervata dal trigemino, ma rappresenta un tratto delicato del nostro corpo. Diversamente dalla pelle di braccia, gambe o volto, maggiormente esposte alla ventilazione, l’alterata traspirazione della pelle del condotto favorisce la replicazione batterica e l’insorgenza di dolorose otiti. Inoltre, fattori esterni come protratti bagni in piscina o al mare, cattive abitudini come il goffo tentativo di pulire l’orecchio con cotton fioc o coni di cera, o malattia della pelle o anatomia del condotto possono concorre nello sviluppo dell’otite esterna. Dolorosa anche solo alla semplice mobilizzazione dell’orecchio e antipatica perché nel periodo estivo limita l’attività in acqua, l’otite esterna viene trattata prevalentemente con medicamenti locali e antidolorifici per bocca.

Mal d’orecchio: i segnali da non sottovalutare

Mai sottovalutare la mancata risposta alla terapia, specie in pazienti fragili come nel grande anziano, il diabetico o il paziente immunodepresso. L’otite esterna maligna, con l’interessamento osteomielitico dell’osso temporale o delle ossa della base cranica, può rappresentare un “challenge” clinico sia per il medico sia per il paziente stesso.

Il dolore dell’orecchio ripetitivo, trafittivo, irradiato alla mastoide, all’arco mandibolare o alla regione zigomatica può mimare il dolore da otite esterna. Ma in questo la cute del condotto non è infiammata e se il paziente riferisce recenti interventi odontoiatrici, è a conoscenza di problematiche di mal occlusione o di bruxismo (digrignare i denti), più verosimilmente si tratta di un dolore dell’articolazione temporomandibolare.

“Sentire la testa nel pallone”: ovattamento auricolare, autofonia (sensazione della mia voce che rimbomba) e fullness (l’effetto sonoro che produce la conchiglia appoggiata all’orecchio) sono sintomi facilmente riconducibili a un problema di orecchio medio. Un’eccessiva produzione di muco, anche correlabile a un raffreddore o un ritardo di evacuazione del muco da parte della tuba di Eustachio, ne favoriscono l’accumulo dietro il timpano. Si parla in questo caso di otite media sieromucosa. Esercizi di compensazione e steroidi accelerano la guarigione, che tuttavia può ritardarsi anche in ragione della solidificazione del muco nell’orecchio medio, glue ear. In questo caso può essere indicata un’incisione del timpano e l’aspirazione del muco o il posizionamento di un drenaggio che vicari – ovvero sostituisca – la funzione della tuba di Eustachio quando inefficiente.

La valutazione del naso e della faringe

L’accumulo di muco a livello dell’orecchio medio può essere causato dalla presenza di un ingombro nella rinofaringe, ovvero la regione anatomica dove ha adito la tuba di Eustachio. Nel bambino fino ai 9-10 anni tale situazione si può ricondurre alla presenza di adenoidi ipertrofiche. Nell’adulto è sempre importante escludere neoformazioni riferibili a tumori linfoproliferativi o epiteliali. Nel percorso diagnostico mai deve essere tralasciato uno dei distretti che caratterizza l’oto-rino-laringoiatria. In questo caso, la valutazione del naso e della faringe è mandatoria. Così come sono mandatori ricerca di marcatori quali EBV e HPV negli eventuali campioni bioptici oltre che l’imaging con TC o RMN di massiccio facciale.

La presenza di cerume

La sensazione di ovattamento auricolare, magari prevalente dopo la doccia può essere associata alla presenza di cerume. Il cerume in eccesso è bene sia rimosso, tuttavia ricordiamo che ha una sua funzione specifica nel controllo delle infezioni locali e non rappresenta scarsa igiene personale. Anzi paradossalmente l’ostinato tentativo di mantenere l’orecchio pulito con cotton fioc, ad esempio, può tradursi in un maggior accumulo dello stesso per il danno provocato a carico dell’apparato di auto igienizzazione di cui è dotata la pelle del condotto.

Otite media: sintomi e cure

Ovattamento auricolare, autofonia, fullness e dolore pulsante caratterizzano l’otite media acuta. Soprattutto in età prescolare non deve spaventare la perforazione del timpano, otite media acuta perforata, che favorisce la fuoriuscita verso l’esterno di muco infetto e un quasi immediato beneficio. La protezione antibiotica è necessaria come il monitoraggio della completa guarigione per escludere che il timpano rimanga perforato – otite media cronica semplice – e sia suggeribile una riparazione chirurgica (miringoplastica).

L’otite media cronica colesteatomatosa che per semplicità può essere definita come la presenta di epidermide in un luogo dove non dovrebbe esserci, ovvero la cassa del timpano che è rivestita da mucosa, si caratterizza principalmente per il progressivo danno a carico di uno degli apparati di conduzione del suono che compongono il nostro complesso sistema uditivo: la catena ossiculare. Le ripetute infezioni con perdita di essudato infetto si possono accompagnare a dolore. La terapia è esclusivamente chirurgica (timpanoplastica).

Dolore all’orecchio: meglio evitare i rimedi fai da te

«L’orecchio è un organo di senso, va preservato e trattato con cura. Sono tre i consigli che mi sento di suggerire, ma da rispettare sempre, rivolgendosi sempre a specialisti in grado di soddisfare questi criteri», specifica il dottor Malvezzi. 

  • Mai trascurare i sintomi. Come per ogni patologia il sintomo che non recede in pochi giorni deve essere esposto al proprio medico.
  • Evitare il fai da te, il consiglio telefonico o l’utilizzo di qualsiasi medicamento che non sia stato suggerito dallo specialista dopo un’attenta visita. Un esempio su tutti alcuni prodotti otologici contengono principi attivi potenzialmente dannosi per lo stesso orecchio. Solo dopo la valutazione specialistica si decide che medicamento utilizzare in sicurezza per il paziente.
  • È chiaro che lo specialista deve essere interpellato sempre, ma non basta. La visita deve essere accurata e comprendere tutti i distretti O-R-L. L’ovattamento auricolare pur in presenza di muco può dipendere da una massa in rinofaringe. Il dolore auricolare (riflesso) può dipendere da una massa in orofaringe, ipofaringe o laringe. Inoltre, gli esami audiometrici tonale e vocale, sono di ausilio per un ulteriore indirizzo diagnostico.

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