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Contro i tumori ecco l’effetto Lance Armstrong

Il cosiddetto “Effetto Lance Armstrong”, dal nome del grande ciclista che ha sconfitto la malattia, potrebbe diventare un’arma in più nella lotta ai tumori.

Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Molecular Pharmaceutics, il cosiddetto “Effetto Lance Armstrong” potrebbe diventare un’arma in più nella lotta contro quei tumori che sviluppano resistenza a radio e chemioterapia. I ricercatori Robert Getzenberg e Donald Coffey, autori del report, sono partiti da una constatazione: il tumore dei testicoli è una delle neoplasie che hanno la più alta percentuale di sopravvivenza, superiore al 70% a cinque anni dalla diagnosi, anche in presenza di metastasi. Fra le ragioni di questa alta percentuale di sopravviventi, sempre secondo i due ricercatori, vi sono le particolari caratteristiche fisiologiche del microambiente testicolare, che è solitamente più freddo di vari gradi rispetto al resto dell’organismo, a causa della posizione esterna. Quando le cellule cancerose si spostano dai testicoli per diffondersi in altre parti dell’organismo, incontrano quindi un ambiente più caldo, il che le rende più sensibili alle terapie convenzionali, aumentandone notevolmente le possibilità di riuscita. Inutile dire che se verificata, questa ipotesi sarebbe estremamente interessante anche per possibili applicazioni nella cura di altre patologie. Ne abbiamo parlato con il dott. Paolo Zucali, Capo Sezione di Farmacologia Clinica nell’ambito dell’Unità Operativa di di Oncologia Medica ed Ematologia di Humanitas, nonché membro del consiglio direttivo dell’IGG (Italian Germ Cell Cancer Group), l’associazione nazionale dei medici specializzati nei tumori ai testicoli.

Dott. Zucali, cosa pensa dell’articolo di Getzenberg e Coffey?
“Il tumore dei testicoli, sia nel caso si parli di seminoma che di non seminoma, è fra le patologie tumorali più sensibili alla chemioterapia e non è certo un mistero che la vasodilatazione causata da una maggiore temperatura, aumentando l’afflusso di sangue (quindi di farmaco) nell’area interessata, possa migliorare notevolmente la resa dei farmaci somministrati. D’altra parte, il cancro ai testicoli è l’unico tumore solido per il quale si esegua ancora la chemioterapia ad alte dosi, dato che anche in presenza di metastasi si riesce spesso ad ottenere la remissione totale della patologia, con il solo trattamento chemioterapico. L’ipotesi che la causa della diversa efficacia della terapia farmacologica possa essere la differenza di calore fra i testicoli e l’interno dell’organismo è affascinante ma deve ancora essere dimostrata e potrebbe essere un buono spunto su cui lavorare”.

Quali sono i punti cruciali nella terapia dei tumori ai testicoli?
“È molto importante che i centri che si dedicano alla cura di questa patologia abbiano un team di oncologi specializzati che trattino casi di questo genere con continuità e che nel centro sia prevista la possibilità di effettuare la chemioterapia ad alte dosi, fondamentale per il trattamento del cancro ai testicoli. Purtroppo, la prognosi dipende anche dalle caratteristiche biologiche della neoplasia ma una diagnosi precoce ha certamente un’importanza notevole, perché intercettare la patologia in fase iniziale è spesso determinante nel prevenire la maggior parte delle complicazioni.
Humanitas Cancer Center è molto efficiente in questo senso, in massima parte grazie al lavoro del dott. Luciano Negri (andrologo dell’Unità Operativa di Medicina della Riproduzione di Humanitas), il quale scopre molte delle patologie che trattiamo grazie alla sua abilità nell’interpretazione delle ecografie testicolari. Esiste anche una sezione specifica di Urologia Oncologica, integrata nel gruppo multidisciplinare dedicato alla patologia oncologica testicolare”.

A cura della Redazione

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