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Congelamento ovuli: Humanitas in prima linea al Fertility Center

Durante il 34° meeting annuale dell’ESHRE (European Society for Human Reproduction and Embriology) – che si è svolto a Barcellona il luglio scorso, sono stati presentati e discussi davanti a una platea di oltre 12 mila esperti provenienti da tutto il mondo – alcune relazioni sul tema del congelamento degli ovuli per motivi non medici. Una pratica nota come ‘social freezing’ o congelamento elettivo degli ovociti: si tratta di una crioconservazione degli ovociti da parte di donne che intendono garantirsi la possibilità di una gravidanza in età più avanzata o in caso di eventuali problemi di infertilità.

Ne abbiamo parlato con il prof. Paolo Emanuele Levi-Setti, Direttore dell’Humanitas Fertility Center, che era presente al Convegno con alcuni collaboratori.

Humanitas in prima linea con il Fertility Center

“Il congelamento degli ovuli è una grande possibilità che viene offerta anche alle pazienti oncologiche prima di terapie che potrebbero compromettere per sempre la loro riserva ovarica e condurre ad una menopausa con costi totalmente a carico del sistema pubblico – ha spiegato il professor Levi-Setti -. Per le donne che devono posticipare la ricerca di una gravidanza è una piccola ma concreta possibilità”.

“Durante il meeting è emerso che i nostri dati  – ha proseguito il professore – concordano con quelli dei colleghi di altri paesi sulla mancanza di un partner ‘giusto’ con cui avere un figlio il motivo principale che indirizza le donne a questa scelta. In Italia tuttavia la scarsa consapevolezza sul tema dell’età e sulla probabilità di gravidanza è ancora enorme e sarebbe importante che questo potesse cambiare, anche attraverso campagne di educazione riproduttiva”.

“Il numero di donne che richiede un congelamento elettivo in Italia è inferiore a quanto avviene in altri Paesi, sebbene questa pratica sia stata sperimentata e validata proprio da ricercatori italiani. Humanitas è stata tra le prime strutture che hanno maturato esperienza in questo settore e hanno presentato dati che hanno convinto il mondo medico internazionale ad adottare questa pratica”.

Social freezing: perché le donne congelano i loro ovuli?

Secondo uno studio qualitativo condotto dalla dottoressa Marcia Inhorn, antropologa dell’Università di Yale, su 150 soggetti (114 provenienti da quattro cliniche degli Stati Uniti e 36 da tre istituti in Israele) contrariamente al pensiero comune le donne scelgono di congelare i loro ovuli non per motivi di studio o carriera, ma per ragioni legate soprattutto intorno alla mancanza di partner e di relazioni stabili con cui programmare una vita e una famiglia insieme. 

Fino ad oggi la letteratura medica ha suggerito che la crioconservazione degli ovociti venisse scelta per rinviare o ritardare la gravidanza in donne in carriera, mentre i risultati dello studio suggeriscono che la motivazione principale sia invece la mancanza di un partner stabile. 

I dati 

Le interviste con le 150 donne hanno rivelato dieci motivazioni principali che hanno portato queste donne al congelamento degli ovuli, in particolare l’85% di loro hanno dichiarato di non avere un compagno al momento del congelamento. La scelta del congelamento elettivo degli ovociti per motivi di carriera era, invece, la meno comune. 

Le donne, invece, che hanno dichiarato di avere un partner al momento del congelamento (15%) hanno messo in luce diverse motivazione per la scelta, ad esempio il loro uomo non era pronto ad avere figli, il rapporto era troppo nuovo o incerto, il partner che si rifiutava di avere figli e infine il compagno aveva molteplici esperienze matrimoniali precedenti. 

In generale, secondo l’antropologa, la maggiorate delle donne intervistate decide di congelare gli ovuli con la speranza di trovare in futuro un partner, considerando anche l’eventualità di diventare una madre single con lo sperma di un donatore

Le stime: nel 2018 sarà boom di congelamenti

Il congelamento elettivo degli ovociti è decollato soprattutto dopo l’introduzione della vetrificazione, una tecnologia di congelamento rapido che riduce le cellule ad uno stato simile al vetro in pochi secondi e riduce i danni creati da metodiche precedenti di congelamento alla microstruttura dell’ovulo.

Nel 2013 sono stati effettuati circa 5.000 cicli di congelamento degli ovuli negli Stati Uniti, ma la stima per il 2018 è di circa 76.000 congelamenti, secondo Pasquale Patrizio, co-ricercatore dello studio. Visto l’aumento così rilevante, le strutture e gli specialisti coinvolti in questo lavoro devono sapere come la mancanza di un partner sia la vera priorità per le donne che scelgono di crioconservare i loro ovociti, una consapevolezza a cui dovranno arrivare anche le aziende che offrono il congelamento alle loro dipendenti come “un legittimo beneficio assicurativo”. 

L’età giusta per il social freezing

Nelle donne di età inferiore a 35 anni si porta avanti la criopreservazione di 10-12 ovociti, mentre per le donne che superano i 35 anni serviranno circa 20 ovociti per ottenere una congelati per una ragionevole possibilità di gravidanza. In particolare, secondo uno studio condotto in Belgio da Michel de Vos su 563 donne che hanno congelato i loro ovociti tra il gennaio 2009 e il novembre 2017, l’età media di coloro che hanno congelato i loro ovociti era di 36,5 anni con un numero medio di ovociti di 8,5. Di queste donne, soltanto il 7,6% era però tornata ad ‘utilizzarle’ portando avanti una gravidanza, dopo aver trovato un partner stabile.

Le donne che avevano congelato i loro ovociti ad un’età media di 36 anni, sono tornate a circa 42 anni e hanno avuto una percentuale di probabilità di ottenere una gravidanza pari al 33%; nelle donne che hanno congelato i loro ovuli ad un’età superiore avranno sicuramente possibilità di riuscita più basse.

La sopravvivenza degli ovociti allo scongelamento è stata pari al 73,4%, una buona percentuale che ha dimostrato la buona efficienza delle tecniche e in 43 dei casi si è proceduto al trasferimento embrionale, ottenendo il 32,6% (14/43) di gravidanze. 

Ginecologia E Ostetricia

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