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Il conflitto femoro-acetabolare: trattamento e recupero

Il conflitto femoro-acetabolare è un disturbo dell’anca causato da un conflitto tra i due capi articolari: la testa del femore e l’acetabolo. Una patologia che provoca un dolore che può essere anche solo episodico (per esempio al termine di una prestazione sportiva), ma che indica un principio di usura della cartilagine articolare.
Il dottor Riccardo Ruggeri, chirurgo dell’Unità Operativa Ortopedia 1 di Humanitas e membro del Grappiolo and Group, ci aiuta a capire come intervenire su questo problema.

Pincer e cam: le due facce del conflitto femoro-acetabolare

Le deformazioni da cui deriva il conflitto femoro-acetabolare possono essere di due tipologie differenti. Quella che chiamiamo pincer deriva da una malformazione dell’acetabolo, che stringe la testa del femore come una pinza (da qui il nome); quella che chiamiamo cam, invece, avviene quando la testa femorale non è sferica ma ha una forma più ovale che, di conseguenza, la porta a cozzare contro l’acetabolo. 

Entrambi questi disturbi, oltre a provocare dolore, possono anche causare difficoltà nei movimenti dell’anca e il peggioramento della patologia può sfociare in una degenerazione più importante come l’artrosi dell’anca.

Come trattiamo questo disturbo?

Dopo gli esami, come la radiografia al bacino e la risonanza magnetica, il medico può ritenere opportuno sottoporre il paziente a un trattamento chirurgico dell’anca. È quello che definiamo “intervento artroscopico”. Questa tecnica chirurgica mini-invasiva si svolge effettuando alcune piccole incisioni (da due a quattro) di circa un centimetro, da cui andare poi a introdurre gli strumenti chirurgici necessari per operare e una microcamera per poter controllare da monitor il lavoro. Il paziente viene operato in anestesia spinale con eventuale sedazione.

Questa tipologia di trattamento permette di intervenire sul paziente senza operare “a cielo aperto”, dunque senza andare ad aprire l’articolazione. Non ci sono incisioni ma piccoli fori percutanei e il ricovero ospedaliero segue le regole della day surgery per cui esiste una sezione dedicata diretta dal dottor Federico Della Rocca, Responsabile della Sezione Autonoma Artroscopica dell’Anca. Le incisioni, infatti, sono di dimensioni ridotte e pertanto le cicatrici saranno modeste e tenderanno, con il passare degli anni, a ridursi in maniera significativa.

Quanto dura il recupero?

Circa due mesi. In una prima fase è opportuno che il paziente stia a riposo (e in alcuni casi potrebbero essere necessarie anche le stampelle), dunque dovrà effettuare una terapia fisioterapica per tornare a un’adeguata mobilità dell’anca e per potenziare il tono muscolare. 

In caso si tratti di una persona che pratica sport agonistico, potrebbero essere necessari fino a sei mesi, per poter riprendere adeguatamente la pratica. 

Quali possono essere le cause di un conflitto femoro-acetabolare?

Intanto la predisposizione genetica. Bisogna poi tenere conto che si tratta di una patologia che predilige gli uomini e chi pratica degli sport che vanno a caricare la zona dell’anca: il calcio, ad esempio, o il basket. Non bisogna neppure sottovalutare particolari sforzi dell’anca compiuti negli anni dell’adolescenza.

Il legame con l’attività sportiva è dunque molto forte. Il dolore provocato del conflitto femoro-acetabolare può manifestarsi in modo profondo nella zona dell’anca, ma anche più localizzato, per esempio in zona inguinale, ed essere limitato, come abbiamo detto, allo svolgimento di sport. Inoltre è facile scambiare un conflitto femoro-acetabolare per una tendinopatia, ad esempio una pubalgia, anche perché i sintomi insorgono in genere piuttosto lentamente.

Specialista in Ortopedia e Traumatologia

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