Durante l’inaugurazione del primo Anno accademico di Humanitas University, il visiting professor Rolf Martin Zinkernagel, premio Nobel per la Medicina nel 1996, ha incontrato il prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas.
Una chiacchierata su vita privata, studi, passioni e ricerca scientifica, dove il prof. Zinkernagel ha ripercorso le principali tappe che lo hanno condotto al Nobel per la Medicina nel 1996.
Il suo percorso è stato determinato da “eventi inaspettati”: la sua educazione familiare, gli studi e la vita a Basilea, caratterizzata dalla scienza e dall’industria farmaceutica, hanno avuto un forte impatto sulla sua carriera assieme alla decisione di studiare Medicina e successivamente diventare chirurgo. Un fattore determinante è stato poi il matrimonio con la moglie e la nascita dei figli, una sicurezza e una stabilità che lo hanno aiutato notevolmente.
La decisione di concentrare i suoi studi nell’ambito delle infezioni e malattie, prima a Losanna e poi a Canberra, ha inciso notevolmente, insieme alla “fortuna” per lo straordinario periodo scientifico in cui Zinkernagel ha studiato e lavorato.
C’è differenza tra ricerca scientifica e scienza applicata?
No, secondo il premio Nobel Zinkernagel l’unica differenza presente è data dalla cornice temporale in cui le due attività vengono svolte. Queste sono infatti due facce della stessa medaglia perché la scienza applicata è la diretta conseguenza di una ricerca che dato risultati positivi e con la possibilità di controllare qualitativamente le reazioni in ambito pratico.
Un consiglio del Nobel ai medici di domani
Per concludere il prof. Mantovani ha chiesto un messaggio per gli studenti medici di domani e Zinkernagel ha suggerito che è necessario tenere sempre gli occhi aperti perché ogni caso potrebbe far sorgere domande o problemi interessanti. Le spiegazioni razionali e il duro lavoro sono, infine, gli approcci più corretti.
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