Ipertiroidismo, ipotiroidismo, noduli, scintigrafia, ago aspirato, T3, T4. Quante volte abbiamo sentito nominare questi termini in relazione alla tiroide? Inizia un dossier dedicato a questa ghiandola endocrina, alla sua funzione, alle patologie da cui può essere affetta, alla diagnosi e alle terapie. A spiegare il funzionamento della tiroide è il dott. Alessandro Pizzocaro, specialista di Humanitas.
Una ghiandola fondamentale
“La tiroide – spiega il dott. Pizzocaro – è una ghiandola endocrina, a forma di farfalla, situata nella parte anteriore del collo. È in grado di produrre ormoni che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo di numerosi apparati e nel controllo del metabolismo. È costituita da due lobi uniti tra loro da una strisciolina di tessuto chiamata ‘istmo’.
La cellula tiroidea si chiama tireocita e si dispone in un singolo strato a formare strutture sferoidali che costituiscono l’unità funzionale della tiroide, i follicoli. All’interno del follicolo l’ormone tiroideo, una volta prodotto, viene immagazzinato e liberato nel sangue a seconda delle esigenze metaboliche dell’organismo. Accanto ai tireociti esiste una seconda classe di cellule che secerne un ormone chiamato calcitonina.
È necessario un adeguato apporto di iodio con la dieta perché il tireocita possa sintetizzare l’ormone tiroideo, soprattutto tiroxina (T4). Questo apporto è stimato tra 100 e 150 mcg (la millesima parte di un milligrammo) al giorno. L’ormone attivo tuttavia è la T3 (triiodotironina). La produzione dell’ormone tiroideo è regolata da un’area del sistema nervoso centrale, l’ipotalamo, il quale stimola l’ipofisi, una piccola ghiandola che si trova alla base del cervello, a produrre un ormone chiamato ormone tireostimolante (o TSH), che a sua volta stimola la liberazione in circolo degli ormoni tiroidei. Questi ultimi, attraverso un meccanismo di feedback negativo, regolano la produzione di TSH ipofisario: se le concentrazioni di ormone tiroideo sono elevate, l’ipofisi riduce la produzione di TSH e abbiamo come conseguenza l’ipertiroidismo; viceversa se i livelli di ormone tiroideo si riducono, aumentano quelli di TSH e si sviluppa l’ipotiroidismo”.
Le azioni dell’ormone tiroideo
“Gli ormoni tiroidei (OT) regolano un ampio numero di processi metabolici e hanno un’importante influenza sulla funzione di numerosi apparati:
– sul cervello e sulla crescita: nel feto gli OT svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema nervoso e nella crescita corporea. Una carenza nella produzione di ormone tiroideo provoca ritardo mentale e nanismo. Tale problema è particolarmente serio nelle aree dove lo iodio è carente;
– sul metabolismo e sul tessuto adiposo: gli OT sono responsabili di circa un terzo del metabolismo a riposo; un loro aumento provoca un incremento del consumo di calorie a parità di lavoro eseguito. L’eccesso di OT stimola la lipolisi e pertanto il dimagrimento; viceversa, la carenza di ormone tiroideo provoca un aumento del peso corporeo;
– sul sistema cardio-vascolare: gli OT aumentano la forza di contrazione e la frequenza cardiaca. L’eccesso di OT può quindi causare tachicardia e cardiopalmo (il cosiddetto ‘batticuore’), mentre la riduzione di OT è causa di bradicardia, che si ha quando il cuore batte con una frequenza inferiore a 60 battiti al minuto.
– sull’apparato riproduttivo: un eccesso o una diminuzione di OT possono provocare infertilità e problemi sessuali sia nell’uomo che nella donna. Quest’ultima può avere, ad esempio, irregolarità del ciclo, fino ad arrivare alla scomparsa delle mestruazioni. Oppure, chi soffre di ipotiroidismo può avere un incremento dei valori ematici di prolattina, l’ormone che durante la gestazione è deputato alla produzione del latte materno, ma che se in eccesso nella donna non gravida provoca amenorrea e nel maschio infertilità e problemi di erezione);
– sul sistema respiratorio: gli OT sono necessari perché il polmone possa rispondere in maniera efficace, in termini di variazioni della frequenza e ampiezza dei movimenti respiratori, alle diverse esigenze (ad esempio in caso di carenza di ossigeno);
– sul midollo osseo: gli OT stimolano la produzione di globuli rossi, l’ipotiroidismo, quindi, provoca anemia”.
A cura di Elena Villa
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