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Coliche renali, rischio in aumento in estate

Nella stagione estiva si registra un aumento dell’incidenza di coliche renali. La maggior sudorazione può favorire un incremento nella precipitazione dei sali urinari, con conseguente formazione di calcoli e coliche. Ne ha parlato il dottor Alberto Saita, urologo in Humanitas, ospite della trasmissione radiofonica Life – Obiettivo Benessere su Rai Radio Uno.

L’importanza dello stile di vita

È consigliabile prestare attenzione al proprio stile di vita, mantenendo il peso corporeo nella norma e curando l’alimentazione. È consigliabile privilegiare alimenti vegetali, ricchi di potassio che protegge dalla calcolosi urinaria; ridurre al minimo le carni bianche ed evitare quelle rosse; bere molto, al punto da rendere le urine trasparenti: questo diminuisce il rischio di calcoli e coliche. Durante la colica però, non bisogna assolutamente bere.

Queste indicazioni sono importanti anche per coloro che hanno già avuto una colica renale; questa patologia infatti è caratterizzata dalla pluri-recidività, pertanto chi ne soffre, se non presta attenzione, corre un alto rischio di andare incontro ad altri calcoli e coliche.

Un disturbo a prevalenza maschile

Le coliche si presentano con un dolore lancinante, difficile da sopportare e da dimenticare: così i pazienti descrivono la colica renale. Il 10% della popolazione sperimenta episodi di calcolosi; ne soffrono soprattutto gli uomini, le donne infatti sono protette dagli estrogeni, in grado di limitare la precipitazione dei sali minerali nelle urine. Per rendersi conto dell’impatto di questa patologia, basti pensare che circa un terzo degli accessi al Pronto soccorso è dato da coliche renali.

Come si effettua la diagnosi?

Ci si avvale della diagnostica per immagini, grazie all’ecografia infatti la diagnosi è immediata. Lo specialista può poi prescrivere un analgesico e instaurare l’iter terapeutico che nella calcolosi è mininvasivo, con approccio endoscopico a livello delle basse o alte vie urinarie.

Per ascoltare l’intervista al dottor Alberto Saita, clicca qui

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