Una lecture su questa patologia autoimmune del fegato inaugura una serie di interventi affidati a giovani ricercatori già affermati in campo epatologico.
In occasione del meeting annuale dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF), che si terrà all’Università La Sapienza di Roma il 25 e 26 febbraio prossimi, verrà inaugurata una nuova serie di letture magistrali, chiamate “Young Investigature Lecture”. Il primo di questi interventi sarà tenuto dal dott. Pietro Invernizzi, membro dell’Associazione e responsabile del Laboratorio di Immunopatologia Epatobiliare presso l’Istituto Clinico Humanitas. La lettura riguarderà la cirrosi biliare primitiva e sarà la prima di una serie di occasioni annuali affidate a giovani ricercatori italiani e stranieri che hanno già alle spalle un curriculum di rilievo e operano nel campo epatologico.
“Nel corso di questa lecture – spiega il dott. Invernizzi – presenterò le conoscenze più attuali riguardo alla cirrosi biliare primitiva, l’argomento su cui si è maggiormente concentrato il mio lavoro scientifico. Si tratta di una malattia autoimmune delle vie biliari del fegato, conseguenza di un’aggressione autoimmunitaria diretta contro i colangiociti, le cellule dei canali biliari, che drenano la bile dal fegato verso l’intestino”.
La cirrosi biliare primitiva è una patologia rara che causa un’infiammazione e un’ostruzione della rete biliare e quindi una stasi della bile nel fegato. Il gruppo del dott. Invernizzi segue una delle più ampie casistiche di questa malattia in Italia e tra le più rilevanti a livello internazionale. In Humanitas la ricerca scientifica su questo argomento ha raggiunto un livello tra i più avanzati dal punto di vista clinico ed epidemiologico oltre che sulle cause e sui possibili trattamenti. “Mi occupo di questa patologia da anni – conclude il dott. Invernizzi – e oggi in Humanitas porto avanti i miei studi, arricchendoli con la mia contemporanea esperienza di Adjanct Assistant Professor presso la University of California a Davis (USA), dove lavora il più importante gruppo di scienziati dedicato a questa malattia del fegato”.
A cura della Redazione
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