Mantenere il cervello in salute e aiutarlo a invecchiare in maniera sana è possibile. A dirlo, è il professor Alberto Albanese, Responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia in Humanitas, ospite a “Cuore e denari” su Radio 24 lunedì 4 luglio.
“Diversi studi dimostrano come la complessità sia il fattore necessario per influenzare l’invecchiamento cognitivo. Viaggiare, fare la maglia, giocare, fare le parole crociate o suonare strumenti musicali sono compiti complessi che impegnano il cervello e riducono il rischio di demenza”.
Quando età biologica ed età anagrafica coincidono?
“È una condizione molto variabile da persona a persona, influiscono sia le condizioni genetiche sia lo stile di vita. Il sonno, l’attività mentale, l’alimentazione, l’attività fisica e quella sociale facilitano il prolungamento della capacità cognitive. La deprivazione di sonno, per esempio, soprattutto se cronica, è un nemico, può ridurre le capacità decisionali, aumentare il rischio di compiere errori e ridurre la memoria a breve e lungo termine”.
Dimenticanze, quando preoccuparsi?
“È normale dimenticare alcune piccole cose ed è anche fondamentale per memorizzare nuove informazioni. La questione si gioca su cosa dimentichiamo: se le dimenticanze non sono critiche per la nostra vita, si tratta di un processo fisiologico. Se invece parliamo di cose fondamentali che non vorremmo o dovremmo dimenticare, il quadro è diverso. Al medico spetta discernere i diversi casi, al fine di capire se la dimenticanza altera significativamente la vita o le funzioni”.
Ascolta l’intervista completa al professor Albanese qui, al minuto 39,09
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