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Carenza di ferro: quali sintomi e come intervenire?

In Italia tre persone su dieci soffrono di carenza di ferro, uno degli elementi più importanti per il nostro organismo: si tratta di un macroelemento, cioè uno dei minerali presenti nell’organismo in quantità più elevate.

Ne ha parlato in un’intervista la dott.ssa Manuela Pastore, dietista dell’Unità Operativa di Endocrinologia in Humanitas, ricordano quanto questo elemento sia fondamentale per la nostra vita e il corretto funzionamento di tutto il nostro corpo.

“Il ferro è essenziale: l’aspetto più importante del ferro è che serve per trasportare ossigeno in tutto il corpo, perché è un componente fondamentale dell’emoglobina (la proteina che porta ossigeno dai polmoni al resto del corpo) ed è fondamentale per la respirazione cellulare e del trasporto di ossigeno ai muscoli”, ha spiegato la dott.ssa Pastore.

Ferro e alimentazione: diversità di assorbimento

Il ferro è una sostanza presente sia in alimenti di origine animale – come nelle carni rosse e nel pollo, ma anche in pesce e uova – che vegetale, ad esempio negli spinaci e in tutte le verdure a foglia verde, i cavolini, nella frutta secca o nei cereali integrali.

C’è però una diversità di assorbimento da parte del nostro organismo, come ha spiegato Pastore: “il ferro di derivazione animale risulta più assorbile dal nostro corpo, perché si lega a proteine specifiche per l’assimilazione; mentre è più faticoso e l’assorbimento del ferro contenuto in cibi vegetali. Il rischio è quindi di assorbirne in minor quantità”.

L’assorbimento è inoltre “variabile da da persona a persona, ancora di più se in presenza di determinate situazioni o patologie – ha chiarito la dietista -. Sono più soggette ad una carenza di ferro le donne in età fertile e gli sportivi, ad esempio, o anche chi soffre di disturbi di assorbimento intestinale e di intolleranza alimetari”.

Carenza di ferro: sintomi e diagnosi

Il primo sintomo percepito da chi è in carenza di questa sostanza è certamente la fatica: “la carenza di ferro e di conseguenza di ossigeno porta ad una maggiore fatica muscolare e ad una sensazione generale di affaticamento, di stanchezza” e di spossatezza.

Una diagnosi precoce è molto importante soprattutto per capire e indagare le cause di questo disturbo, ad esempio chiarire “se è dovuto ad un maggiore fabbisogno, ad una maggiore perdita o infine ad un male assorbimento. Le anemie possono essere di diverso tipo: pur avendo sintomi uguali”, ha specificato Pastore.

Come intervenire in caso di basse riserve di ferro

“Il primo passo è senza dubbio l’alimentazione, quindi il consumo di  sostanze e alimenti che aiutano l’assorbimento di ferro come ad esempio la vitamina C; successivamente sarà necessario rivedere la dieta e capire se gli alimenti abituali sono sufficienti al nostro fabbisogno di ferro. In un secondo momento, se il disturbo rimane si possono utilizzare alimenti fortificati in ferro e solo dopo il consulto con una specialista e in particolari situazioni cliniche si possono utilizzare integratori, che vanno però sempre tenuti sotto controllo del medico”, ha concluso la dietista.

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