La vaginite è un’infezione a carico dell’apparato genitale femminile, non necessariamente legata a uno stato infiammatorio. Si tratta di una situazione piuttosto comune e fastidiosa, per cui le donne si rivolgono frequentemente al ginecologo. Grazie all’aiuto del dottor Gianluigi Bresciani, ginecologo ostetrico di Humanitas, conosciamo meglio sintomi, cause e terapie delle vaginiti. Queste infezioni vengono distinte in quattro categorie: vaginosi batteriche (Gardnerella), vulvo vaginiti micotiche (Candida), vaginite da Trichomonas e vaginiti allergiche o iatrogene.
Quali sono i sintomi della vaginite?
Le vaginiti si manifestano in genere con:
- Prurito
- Intenso bruciore
- Leucorrea, ovvero perdita di secrezioni vaginali
- Cattivo odore
I sintomi possono essere intermittenti, recidivanti o cronici. Nel primo caso di ripresentano a seguito di guarigioni spontanee, mentre nel secondo ricompaiono dopo una guarigione dovuta a un trattamento specifico.
Quali sono le cause della vaginite?
L’ecosistema vaginale è un ambiente acido (con un pH pari a 4-4,5), talmente ostile da impedire lo sviluppo di microrganismi e dunque di infezioni. In alcune donne sono però sufficienti lievi modifiche momentanee al pH vaginale per determinare la proliferazione di microrganismi patogeni. Alcune condizioni possono favorire un cambiamento del pH, come per esempio:
- L’uso di detergenti intimi neutri e non fisiologici (con un pH7).
- Indossare indumenti aderenti o in tessuti sintetici, che vanno ad aumentare la temperatura.
- Un inadeguato utilizzo degli assorbenti interni, che vanno cambiati ogni tre ore.
Anche il ciclo mestruale può abbassare il pH vaginale.
I rapporti sessuali sono comunque la causa principale, per due motivi: lo sperma innalza il pH vaginale e mediante il rapporto è possibile il contagio con agenti patogeni esogeni infettivi (malattie sessualmente trasmesse).
Come si effettua la diagnosi di vaginite?
Il primo passaggio del percorso diagnostico è la visita ginecologica, unitamente ai sintomi riferiti dalla paziente. In un secondo momento, il tampone vaginale permette il prelievo di materiale biologico e una sua analisi mediante ricerca microbiologica. Il materiale prelevato viene posto in coltura su terreni specifici per ogni possibile agente patogeno e viene così esaminato.
Che cosa sono e come si curano le vaginosi batteriche?
Le vaginosi batteriche sono infezioni vaginali in cui i batteri vanno a sostituire, in maniera rapida, i bacilli di Doderlein, i veri abitanti della vagina con funzione antibatterica. Il battere più noto è la Gardnerella Vaginalis, gli altri sono i Bacteroides, il Mycoplasma e il Mobiluncus. La trasmissione potrebbe avvenire per via sessuale. Particolare attenzione va posta nelle donne in gravidanza: la Gardnerella pare possa aumentare il rischio di parto prematuro. Nella metà dei casi questo tipo di infezione non ha sintomi specifici e possono aversi perdite vaginali fluide di colore grigio e fortemente maleodoranti e bruciore interno alla vagina. Può essere di aiuto un trattamento antibiotico sistemico con Metronidazolo o Clindamicina.
Che cosa sono e come si curano le vaginiti micotiche?
Secondo i dati della Società Italiana Malattie Sessualmente trasmesse il 10-15% delle donne in età riproduttiva ha contratto almeno una volta la Candida. Questa infezione è dovuta alla presenza di alcuni lieviti che, riproducendosi per gemmazione, colonizzano la vagina, aderendone all’epitelio. Si manifesta con forte prurito e perdite vaginali molto dense, simili a latte cagliato. È consigliabile non usare indumenti sintetici e aderenti e in caso di fastidio, preferire le gonne.
Il primo trattamento è in genere a base di composti imidazolici topici con ovuli e creme applicati localmente. Le vaginiti da Candida tendono però a recidivare, anche dopo terapia specifica. Questa caratteristica è dovuta alla notevole resistenza delle spore e alla facile trasmissione sessuale, con un “rimpallo” continuo di infezioni tra i partner. In caso di recidive frequenti si può ricorrere a una terapia per via orale.
Che cos’è e come si cura la vaginite da Trichomonas?
Il Trichomonas è un microrganismo unicellulare presente spesso nell’apparato genitale (anche maschile), si trova particolarmente a suo agio quando il pH vaginale supera i livelli normali di acidità. Si contrae prevalentemente per trasmissione sessuale, anche perché il Trichomonas fatica a sopravvivere fuori dall’organismo umano. L’infezione può comunque essere contratta nei bagni o tramite l’uso comune di indumenti o asciugamani. Questa vaginite si manifesta con prurito intenso, bruciore a livello della vulva o della vagina, perdite schiumose e fortemente maleodoranti di colore giallo-verde. Il trattamento prevede assunzione di metronidazolo, anche per il partner.
Che cosa sono e come si curano le vaginiti allergiche?
Queste vaginiti sono legate a ipersensibilità immediata o a reazioni ritardate da contatto con saponi, creme, carta igienica profumata, lubrificanti, ovuli o componenti di lavande vaginali. Si manifestano con intenso bruciore, prurito, eritema, perdite inodori. È fondamentale risalire all’allergene per evitare nuove manifestazioni allergiche
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