Onde d’urto per la riabilitazione ortopedica e la rigenerazione dei tessuti, la dott.ssa Maria Cristina D’Agostino, ortopedico e traumatologo di Humanitas, è stata invitata come relatore, in qualità di rappresentante europeo, al prestigioso congresso della Società Colombiana di Onde d’Urto, svoltosi dall’1 al 3 settembre.
Quali sono i meccanismi d’azione delle onde d’urto?
“Numerosi studi in anni recenti hanno chiarito i meccanismi d’azione delle onde d’urto, anche se alcuni aspetti devono essere ulteriormente approfonditi e indagati”, spiega la dottoressa D’Agostino.
Ma in base a quale fenomeno da una stimolazione meccanica – qual’ è l’onda d’urto – deriva una risposta, efficace a fini terapeutici? “Il beneficio – illustra la dottoressa – è legato a un processo denominato meccano-trasduzione, ovvero la trasformazione di uno stimolo meccanico in una serie di reazioni biologiche. In altre parole, molte cellule del nostro corpo sono sensibili alle stimolazioni meccaniche e, sollecitate, reagiscono attivando sistemi di trascrizione nucleare a livello del Dna ed Rna, con risultato finale di produzione di fattori di crescita e altri mediatori biochimici, che regolano i processi di tipo infiammatorio e stimolano la rigenerazione e la riparazione di molti tessuti, anche attraverso la formazione di nuovi piccoli vasi sanguigni (neoangiogenesi). Ed è proprio quello che si verifica quando applichiamo le onde d’urto sui tessuti viventi”.
Quali sono, quindi, gli ambiti di applicazione delle onde d’urto?
Oltre ai tendini, fra tutti i tessuti del nostro organismo, il tessuto osseo è fra quelli maggiormente predisposti a rispondere alle stimolazioni meccaniche, e ben si presta al trattamento.
“Le onde d’urto stimolano la riparazione di fratture che tardano a guarire (pseudoartrosi), e – soprattutto se applicate quando la patologia è ancora in fase iniziale – sono utili anche per rallentare o frenare l’evoluzione delle cosiddette patologie vascolari dell’osso, di cui l’osteonecrosi è la più nota. Tali condizioni di tipo degenerativo, se trascurate e/o non riconosciute prontamente, possono determinare l’insorgenza dell’artrosi precoce”.
“In questo ambito – aggiunge la dott.ssa D’Agostino – le onde d’urto rappresentano sicuramente una terapia innovativa e molto promettente, perché non invasiva, ben tollerata, ripetibile e pressoché priva di effetti collaterali. Le onde d’urto sembrerebbero in grado di arrestare, o perlomeno rallentare, l’evoluzione dell’osteonecrosi ossea e di condizioni degenerative ossee correlate, causa importante di artrosi”.
Il potenziale terapeutico di rigenerazione è ancor più evidente, quando le onde d’urto vengono applicate per il trattamento di ferite e lesioni cutanee di diversa origine (ad eccezione delle lesioni tumorali), così come di cicatrici dolorose o esiti fibrotici. In questi casi l’azione terapeutica è legata alla produzione di nuovi piccoli vasi sanguigni (neoangiogenesi), così come alla moltiplicazione, migrazione e differenziazione delle cellule staminali, indotti dalle onde d’urto; Il tessuto fibrotico e cicatriziale, così come i cheloidi, infatti, possono essere trasformati e rimodellati in un tessuto più elastico e vitale. Se presente dolore a tale livello, si può ridurre la componente infiammatoria della cicatrice, con conseguente risoluzione del quadro patologico.
È possibile trattare non solo le ferite cosiddette “difficili” (che non sono cioè guarite con medicazioni tradizionali, o chirurgia o trapianto di cute), ma anche quelle diabetiche, così come le piaghe da decubito, le piaghe vascolari e le perdite di sostanza post-traumatiche. Per le ustioni, infine, le onde d’urto rappresentano veramente una risorsa terapeutica strategica, poiché riducono la componente di fibrosi e di retrazione cicatriziale, che di solito rappresentano un postumo invalidante.
Le onde d’urto permettono inoltre di rigenerare la cute con minima componente cicatriziale, lasciando un tessuto elastico molto simile alla cute sana circostante: “Uno studio da noi pubblicato in collaborazione con il prof. Massimo Locati, responsabile del laboratorio di “Leucocytes Biology” di Humanitas, evidenzia il ruolo delle onde d’urto nell’influenzare positivamente l’attività dei macrofagi, cellule chiave nei processi di regolazione, al crocevia fra infiammazione e rigenerazione dei tessuti”.
Per la loro azione anti-infiammatoria, antiedemigena e “trofica” (cioè di nutrimento” dei tessuti), in generale, se applicate precocemente su gravi lesioni traumatiche, le onde d’urto possono accelerare i tempi di guarigione, con indubbio vantaggio anche dal punto di vista riabilitativo.
Su tutti questi temi ha relazionato la dottoressa D’Agostino durante il congresso in Colombia, illustrando casi clinici supportati dalla più recente letteratura sull’argomento. “In particolare è stata presentata la nostra esperienza innovativa nell’ambito della Riabilitazione Rigenerativa, ovvero la Medicina Rigenerativa applicata alla Riabilitazione Ortopedica. Poiché il recupero funzionale è strettamente legato al ripristino dell’integrità strutturale, si può affermare che Riabilitare è anche Rigenerare, e le onde d’urto rappresentano attualmente una valida strategia terapeutica per raggiungere questi obiettivi”, conclude la dott.ssa D’Agostino.
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