“Anti-Interleukin 5 (IL-5) and IL-5Ra Biological Drugs: Efficacy, Safety, and Future Perspectives in Severe Eosinophilic Asthma”: questo il titolo dello studio pubblicato lo scorso 31 agosto su Frontiers in Medicine, cui hanno lavorato anche due specialisti del Centro Medicina Personalizzata: Asma e Allergologia di Humanitas, la dottoressa Francesca Puggioni, pneumologa e Vice Direttore, e il professor Giorgio Walter Canonica, Direttore del Centro.
La definizione di asma è cambiata in maniera significativa negli ultimi anni: oggi infatti l’asma non è più considerata una singola malattia, causata da un’ostruzione momentanea delle vie aeree, ma un disturbo eterogeneo che comprende diversi fenotipi ed endotipi.
Il ruolo di interleuchina 5
Un’analisi più dettagliata dei meccanismi immunologici alla base dell’insorgenza dell’asma ha dimostrato che l’interleuchina 5 (IL-5) è una citochina fondamentale in diversi fenotipi di asma. Infatti, esercita un’azione selettiva sugli eosinofili, le cellule che sostengono l’infiammazione delle vie aeree e peggiorano i sintomi dell’asma e dunque il controllo della malattia.
In questo senso ha giocato un ruolo centrale la divisione dell’asma bronchiale in due grandi gruppi basati sull’espressione dei geni dei linfociti di tipo T helper 2 (TH2) sottostanti alla malattia, vale a dire, l’asma TH2-high e TH2-low. Questa distinzione ha reso più facile la valutazione della malattia in termini di meccanismi patogenetici. L’infiammazione eosinofila ha portato i ricercatori a intervenire direttamente nei meccanismi della patogenesi per meglio controllare la malattia e ridurre il numero di esacerbazioni. La dimostrazione di uno stretto legame tra eosinofili e interleuchina 5 ha spostato poi l’attenzione su questa citochina, conducendo allo sviluppo di nuovi farmaci in grado di agire direttamente sull’interleuchina 5 e sulla sua α-subunità (IL-5Ra).
I nuovi farmaci biologici
Recenti studi clinici hanno aperto la strada a un nuovo promettente approccio verso l’asma grave, grazie a nuovi farmaci biologici che mirano l’interleuchina 5 o la sua subunità alfa-recettore (IL-5Ra). La terapia standard infatti è poco efficace in questi pazienti: i corticosteroidi sistemici controllano solo parzialmente la malattia e hanno effetti avversi ben noti e prima d’ora era in commercio un solo altro trattamento biologico l’omalizumab attivo solo sui sottotipi allergici. L’analisi del processo di progettazione delle sperimentazioni cliniche rivela l’importanza della selezione del paziente, tenendo conto sia dei dati clinici (esacerbazioni, funzionalità polmonare e qualità della vita) sia dei biomarcatori (eosinofili che sono predittivi della risposta terapeutica). È un’ulteriore conferma di quanto la medicina debba essere sempre più personalizzata, adattandosi alle esigenze e alle caratteristiche del singolo paziente.
L’importanza di un approccio personalizzato
Per molti anni, l’infiammazione eosinofila è stata considerata un meccanismo predominante nello sviluppo dell’asma. L’interleuchina 5 è stata valutata come un possibile obiettivo terapeutico per il suo ruolo nello sviluppo e nell’azione degli eosinofili. I risultati degli ultimi trials clinici e l’attuale utilizzo nella pratica clinica indicano che il successo terapeutico (diminuzione delle riacutizzazioni, ospedalizzazioni e trattamenti ciclici con corticosteroidi per bocca) dipenda in maniera significativa dalla fenotipizzazione del paziente. Nel caso del nuovo anticorpo monoclonale mepolizumab, il paziente candidabile a trattamento è il paziente affetto da asma grave e un elevato numero di eosinofili nel sangue.
Gli eosinofili sono attualmente l’unico biomarcatore adatto per questi farmaci e occorrerà continuare a lavorare nel tentativo di scoprire nuovi biomarcatori che consentano una più personalizzata e precisa prescrizione. Il ruolo dei biomarcatori diventerà fondamentale, portando i medici a scegliere i migliori farmaci anti-IL-5 e IL-5Ra per i pazienti.
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