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Anno nuovo e buoni propositi, perché serve motivazione

Spesso, con l’inizio del mese di gennaio si comincia a riflettere sui buoni propositi per il nuovo anno. Gli obiettivi sono i più disparati: da regolarizzare il sonno, a impegnarsi maggiormente nell’attività fisica, a stabilire abitudini più sane. In alcuni casi, però, ci si sente velocemente sopraffatti dagli impegni, e i buoni propositi sembrano sempre più difficili da rispettare, fino ad abbandonarli del tutto.

Ma come mai tendiamo a fare liste di buoni propositi? E perché è così facile non rispettarle? Ne parliamo con la dottoressa Paola Mosini, psicologa e psicoterapeuta di Humanitas PsicoCare.

Motivazione: fondamentale in ogni progetto

I progetti sono alla base dell’attività umana: avere una motivazione, sul lavoro o nella vita privata, è fondamentale per sentirsi appagati, anche nelle piccole cose. La cosiddetta lista dei buoni propositi che molti stilano in vista dell’inizio del nuovo anno, non corrisponde necessariamente a grandi desideri o proponimenti, ma all’intenzione di prendersi maggiore cura di sé.

Quando abbiamo un nuovo proposito (per esempio quello di iscriversi in palestra o, se si è già iscritti, di frequentarla con più regolarità) e dopo poco lo abbandoniamo, attribuiamo facilmente quella che interpretiamo come “disfatta” alla pigrizia. In realtà la pigrizia è un costrutto della mente e, quando c’è una vera motivazione alla base di un progetto, non basta un po’ di stanchezza o noia a frenarci nel raggiungerlo.

Nelle dichiarazioni d’intenti per l’anno nuovo, dunque, potrebbe essere utile inserire obiettivi di cui effettivamente avvertiamo l’utilità, che ci servono insomma, e che, quindi, siamo più motivati a perseguire. L’onestà nei confronti di noi stessi può essere un primo passo per stilare una lista di propositi che si possono, effettivamente, portare a termine. Magari, in tutta onestà appunto, non ci sentiamo davvero pronti a stravolgere la nostra quotidianità per inserire impegni che ci sembrano gravosi da sostenere solo a pensarci. Mentre, se per esempio, iscriversi a un corso di ginnastica posturale o di pilates aiuta effettivamente ad alleviare il mal di schiena che avvertiamo a fine giornata, saremo più portati a seguirlo, perché giorno dopo giorno vedremo gli effettivi benefici apportati dai nostri sforzi.

Propositi realistici e gentilezza nei confronti di sé stessi

Creare una lista di buoni propositi realistici, in linea con le nostre attitudini e che non siano forzatamente punitivi nei confronti dei lati del nostro carattere che ci piacciono di meno, può essere un buon punto partenza. Non bisogna, dunque, pretendere di raggiungere “tutto e subito”, ma di valutare gli effettivi spazi a disposizione nella nostra quotidianità in cui inserire nuovi momenti di cura di noi stessi, magari con un po’ di impegno, ma senza stravolgere le nostre abitudini.

Che si tratti di hobby, sport, riposo, o stile di vita più salutare, dobbiamo sempre mettere al centro il nostro benessere e l’intento su cui vogliamo lavorare deve trattarsi, in primis, di qualcosa che ci fa stare bene, che ci appaga. Raggiungere gli obiettivi stabiliti, di qualsiasi natura essi siano, è positivo anche per l’autostima e per il rinforzo della propria visione di sé stessi.

Infine, è molto importante anche accettare di non essere riusciti a portare a termine uno dei propositi che ci si era prefissati. Per quanto impegno si sia profuso nella realizzazione di un progetto, bisogna anche saper comprendere quando non si è necessariamente in grado di realizzarlo, senza per questo sentirsi mortificati o sviliti. Anche l’imparare ad avere gentilezza nei confronti di noi stessi quando incorriamo in situazioni che percepiamo, erroneamente, come “un fallimento”, può essere il primo tra i buoni propositi per l’anno nuovo.

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