L’intervento chirurgico di angioplastica coronarica è generalmente risolutivo e, allargando l’arteria occlusa, ristabilisce la normale erogazione del sangue verso il cuore. Richiede però una certa attenzione nel post-operatorio, come sottolineato dal dottor Bernhard Reimers, Responsabile di Cardiologia Clinica e Interventistica di Humanitas.
Qual è il decorso ospedaliero che fa seguito a un intervento di angioplastica coronarica?
“In genere il paziente che si è sottoposto a questo intervento è tenuto sotto controllo in ospedale per una notte o, nei casi un po’ più complicati, per due notti. Se però l’intervento è stato eseguito in corso di infarto acuto, cioè con l’arteria completamente occlusa, il ricovero può durare anche cinque o sei giorni”.
Quali attenzioni devono essere osservate dal paziente nel post-operatorio?
“Al suo ritorno a casa il paziente deve assumere farmaci antiaggreganti – come ad esempio l’aspirina – che rendano il sangue più liquido, al fine di evitare che si formino dei coaguli all’interno degli stent, occludendoli”.
L’intervento di angioplastica coronarica può avere complicanze?
“Oggi le tecniche chirurgiche sono molto raffinate ed è sempre più difficile che sorgano problemi post-operatori. La mortalità è scesa sotto l’1% degli interventi e riguarda soprattutto pazienti che sono state colpite da infarto. La collaborazione continua messa in campo oggi tra cardiologi e cardiochirurghi permette di rimandare a casa, nella quasi totalità dei casi, pazienti completamente guariti”.
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