L’alopecia androgenetica, comunemente nota come calvizie, interessa sia la popolazione femminile ma soprattutto quella maschile, anche in età giovanile. Quali sono le cause alla base dell’alopecia? E come si cura?
Ne parliamo con il dottor Mario Valenti, specialista in dermatologia e tricologia presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e ricercatore presso Humanitas University.
Alopecia androgenetica: le cause
L’alopecia androgenetica è primariamente causata da un eccesso di produzione di androgeni, in particolare del diidrotestosterone (DHT), un ormone derivato dalla conversione del testosterone. Le persone con questa forma di alopecia hanno una maggiore sensibilità del cuoio capelluto agli effetti di questi ormoni. Inoltre, fattori di predisposizione familiare e di stress concorrono a causare la patologia.
Inoltre, l’alopecia androgenetica può essere causata dall’assunzione di alcuni farmaci, patologie endocrinologiche, menopausa, carenze nutrizionali, diete dimagranti molto intense, etc.
Alopecia androgenetica: quali sono i sintomi?
L’alopecia androgenetica può essere riconosciuta attraverso alcuni segni che si manifestano durante il lavaggio, l’asciugatura o la pettinatura dei capelli. I capelli possono apparire più deboli, sottili (miniaturizzati) e diradati.
Il diradamento dei capelli, che può avvenire a velocità variabile, si manifesta spesso con un arretramento progressivo della linea dell’attaccatura dei capelli, specialmente nella popolazione maschile (arretramento della rima frontale). Può verificarsi anche una perdita di capelli localizzata in specifiche aree del cuoio capelluto, soprattutto nella parte superiore della testa, nota come vertex, dove è maggiore la produzione di deidrotestosterone.
Alopecia: la visita tricologica
Per una diagnosi accurata dell’alopecia è fondamentale effettuare una visita tricologica con un dermatologo specializzato. Questa valutazione serve a indagare le possibili cause dell’alopecia e ad escludere altre patologie che possono influenzare la crescita dei capelli. In questi casi, possono essere necessari esami del sangue.
Riveste un ruolo importante in fase di diagnosi la tricoscopia: una tecnica dermoscopica che permette di osservare in dettaglio il cuoio capelluto e i follicoli piliferi identificando eventuali segni distintivi dell’alopecia.
Come si cura l’alopecia androgenetica?
Attualmente sono disponibili numerosi trattamenti farmacologici per interrompere il processo di diradamento progressivo dei capelli. I farmaci impiegati appartengono principalmente alla categoria degli antipertensivi, come il minoxidil e lo spironolattone, che stimolano la ricrescita, o agli antiandrogeni, come la finasteride. Questi ultimi antagonizzano l’effetto negativo degli ormoni androgeni a livello del follicolo, riducendo la caduta. Specifici shampoo e integratori possono coadiuvare il trattamento. È possibile anche valutare trattamenti integrativi di medicina rigenerativa come il PRP (plasma ricco di piastrine) o nei casi più avanzati, il trapianto.
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