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Al Congresso dell’Associazione Americana di Urologia anche gli studi del team di Urologia di Humanitas

Dal 28 aprile al 1 maggio si è svolto a Chicago l’evento internazionale annuale più importante a tema urologia: il Congresso Nazionale dell’Associazione Americana di Urologia (AUA). Durante il congresso sono state esposte ed esaminate le principali novità in materia di trattamenti e terapie, chirurgia robotica, diagnostica, programmi di preparazione e riabilitazione.

L’Unità operativa di Urologia dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano guidata dal dottor Paolo Casale, ha presentato 20 lavori, focalizzati in particolar modo sulla diagnostica e sul trattamento di tumore alla prostata, tumore del rene e tumore della vescica.

Ecografia, PET e TAC: le novità nella diagnostica

Gli specialisti del team di Urologia di Humanitas Rozzano hanno presentato diversi studi sull’utilizzo di un ecografo ad alta risoluzione (MicroUS Exact VU), che hanno utilizzato con successo nella pratica ospedaliera fin dalla sua introduzione in ambito clinico. L’ampia casistica presentata, ha permesso di dimostrare la validità di questo strumento, utilizzato per l’identificazione di lesioni per cui è necessario il campionamento mirato in corso di biopsia prostatica per la diagnosi di tumore alla prostata. Gli urologi Humanitas hanno inoltre validato il suo utilizzo nella valutazione dell’estensione extraghiandolare della malattia. Un’applicazione, questa, utile per il trattamento personalizzato del paziente, finalizzato a raggiungere il successo oncologico minimizzando il rischio di effetti collaterali post-chirurgici, come per esempio la disfunzione erettile.

Novità anche per quanto riguarda la PET-PSMA, ovvero una tecnica diagnostica di Medicina Nucleare (PET – Tomografia ad emissione di positroni) che, attraverso la somministrazione di un radiofarmaco (la molecola PSMA) e la successiva acquisizione di immagini, fornisce informazioni precise e dettagliate su organi e tessuti nel corso del follow up dopo trattamento focale per tumore prostatico.

Gli studi presentati:

Tumore alla prostata: un focus sui trattamenti

Molti studi sono stati dedicati al trattamento del tumore prostatico, primo fra tutti quello volto alla valutazione dei risultati del Percorso Prostata, un programma di preparazione e riabilitazione post-intervento di prostatectomia radicale che vede la collaborazione di urologi, andrologi e fisioterapisti, con la coordinazione di un’infermiera case manager. Il percorso ha dimostrato benefici sulla prevenzione di incontinenza urinaria e disfunzione erettile, confrontando i risultati dei pazienti che sono stati sottoposti a intervento di prostatectomia radicale durante la pandemia COVID-19, durante la quale il Percorso Prostata ha dovuto essere momentaneamente sospeso.

Due degli studi presentati, invece, valutano le differenze in termini di stadio e grado di malattia tra i pazienti operati di prostatectomia radicale robotica e i trend nella scelta di trattamento tra il periodo pre-pandemia COVID-19 e post-pandemia. Un altro è invece dedicato all’analisi dell’utilizzo di una sling chirurgica (una piccola apposita striscia di materiale sintetico) posizionata per migliorare l’incontinenza urinaria in seguito all’intervento di prostatectomia radicale.

Un focus anche sull’approccio chirurgico robotico, che offre vantaggi ai pazienti interessati da tumore prostatico localizzato in termini di recupero di continenza e funzione erettile rispetto alla chirurgia laparoscopica convenzionale. Mentre uno studio prospettico è dedicato al confronto tra due procedure chirurgiche per la cura dell’ipertrofia prostatica benigna: TURP (resezione transuretrale della prostata) standard e procedura laser.

Gli studi presentati:

Tumore della vescica: dalla terapia agli studi di medicina traslazionale

Al congresso sono stati anche presentati diversi studi relativi alle terapie per la cura del tumore della vescica. In particolare, è stata presentata una comparazione dei risultati oncologici in pazienti con tumore della vescica ad alto rischio, trattati con terapia farmacologica conservativa con BCG (Bacillus Calmette-Guerin) o chirurgia radicale. La terapia con BCG è stata indagata anche per quanto riguarda la risposta nei pazienti con età superiore ai 70 anni, in uno studio che ha evidenziato come non vi sia un maggior rischio oncologico in questo tipo di pazienti rispetto a quelli più giovani, e in un altro studio dedicato alla valutazione delle caratteristiche di infiltrazione della lamina propria (sottile tessuto connettivo) del tumore della vescica come fattore predittivo in pazienti trattati con BCG o cistectomia radicale.

Uno studio di medicina traslazionale ha visto invece la collaborazione tra il laboratorio di Immunologia di Humanitas University e il dipartimento di Urologia di Humanitas Research Hospital. Lo studio punta a caratterizzare i meccanismi di risposta immunitaria del tumore vescicale che distinguono le forme di malattia superficiali da quelle muscolo-invasive, che hanno rischio di progressione oncologica.

Infine, sempre per quanto riguarda il trattamento del tumore della vescica, gli specialisti dell’Unità Operativa di Urologia di Humanitas stanno sviluppando un nuovo curriculum di training per gli specializzandi di urologia europei. Si tratta di un progetto in collaborazione con la Fundaciò Puigvert di Barcellona e l’ORSI Academy belga, nato grazie al cofinanziamento dell’Unione Europea e basato su una metodologia di training sviluppata seguendo le evidenze scientifiche. Al congresso americano sono stati presentati i risultati preliminari del progetto, relativi alla standardizzazione della chirurgia di resezione del tumore vescicale non-muscolo invasivo, validati da 15 esperti di 6 Paesi Europei.

Gli studi presentati:

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici
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