Oltre 905 milioni di euro per progetti di ricerca in laboratori di istituti, università e ospedali di tutta Italia. 36 milioni di euro in borse di formazione a giovani ricercatori. 20mila volontari, 4,5 milioni di sostenitori e 17 comitati regionali dislocati su tutto il territorio nazionale. Sono questi i numeri di AIRC, che quest’anno taglia il traguardo di mezzo secolo di attività.
Quale iniziativa è stata lanciata in occasione del 50esimo compleanno di AIRC?
Per l’occasione è stato lanciato il sito lanostrastoria.airc.it, che ripercorre le tappe della onlus dal 1965 a oggi. Dalla fondazione, avvenuta a Milano per iniziativa degli scienziati dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e di alcuni imprenditori, AIRC è attiva nella raccolta fondi a favore della ricerca oncologica e nella diffusione di una cultura della prevenzione, insistendo sull’importanza di un corretto stile di vita e della riduzione dei fattori di rischio.
Il sito ripercorre in modo innovativo la storia dell’associazione. L’itinerario virtuale è arricchito dalle vicende delle persone che hanno vinto la malattia, e dagli apporti degli scienziati italiani e stranieri che hanno dato un importante contributo all’oncologia. Al loro fianco, AIRC insieme alla Fondazione italiana per la ricerca su cancro (FIRC) sostiene concretamente gli sforzi della scienza nella lotta contro i tumori.
In anni recenti quali sono state le sfide più importanti?
La vera sfida, in questi anni, è stata proprio quella di istituire un ponte tra scienza e medicina. La ricerca traslazionale, infatti, verifica la possibilità di trasformare le scoperte scientifiche in applicazioni cliniche per ridurre l’incidenza e la mortalità per cancro. Da ultimo lo studio coordinato dal prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University, che, pubblicato su Cell, ha chiarito i meccanismi con cui PTX3, molecola dell’immunità, frena la formazione del cancro tenendo sotto controllo la risposta infiammatoria. Se, infatti – sempre grazie al sostegno di AIRC – è già in via di attivazione una sperimentazione clinica di PTX3 come potenziale farmaco per impedire le infezioni da Aspergillus nei pazienti affetti da tumore e con le difese immunitarie compromesse, questa nuova scoperta fornisce un ulteriore motivo per trasferire la molecola dal laboratorio al letto del paziente (approccio “from bench to bedside”).
Perché AIRC è uno sportello di finanziamento serio e affidabile?
Spiega il prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University: “AIRC poggia le basi della sua stessa esistenza sulla generosità del pubblico: donazioni ed adesioni ad iniziative di vendita nelle piazze di tutta Italia (arance, azalee, cioccolatini…). Eppure, nonostante l’apparente volatilità di questi strumenti, è uno sportello di finanziamento della Ricerca assolutamente affidabile. Promuove la meritocrazia (i progetti che finanzia vengono valutati da esperti internazionali), l’indipendenza dei giovani scienziati, il trasferimento della Ricerca al letto del paziente in modo costante. Come le altre Charities (da Fondazione Cariplo a Telethon) costituisce un vero e proprio modello cui il Paese dovrebbe ispirarsi per una riforma profonda del sistema-Ricerca“.
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2.3 milioni visite
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+56.000 pazienti PS
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+3.000 dipendenti
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45.000 pazienti ricoverati
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800 medici