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Acne, stress e familiarità tra le cause

L’acne è un’infiammazione dei follicoli pilosebacei che si manifesta con la comparsa di piccole pustole (comunemente dette brufoli) sulla pelle, soprattutto sul viso, sul collo, sul torace e sul dorso.

Tra le cause alla base di questa infiammazione ci sono lo stress e la familiarità, come ha spiegato il professor Antonio Costanzo, Responsabile di Dermatologia in Humanitas, in un’intervista.

“La predisposizione che si eredita dai genitori può determinare l’infiammazione dei follicoli pilosebacei. Prima si formano i punti neri (comedoni), poi i brufoli (pustole) e, nei casi più gravi, è possibile che si trasformino in noduli o cisti. Lo stress può far peggiorare l’acne e il suo aumento, di conseguenza, può provocare nuovo stress: si crea così un circolo vizioso. In seconda battuta intervengono anche fattori esterni come igiene, inquinamento ambientale e disordini alimentari. È stato però osservato che la dieta mediterranea, con il consumo di alimenti a basso indice glicemico come il pesce, ricchi di vitamine, come frutta e verdura, di acidi grassi insaturi come l’olio di oliva e sali minerali, svolge un ruolo protettivo nei confronti dell’acne”.

Acne giovanile e acne tardiva

L’acne si distingue principalmente in acne giovanile e in acne tardiva post adolescenziale. L’acne giovanile compare al momento dello sviluppo sessuale e poi può guarire oppure perdurare in età adulta. L’acne post adolescenziale invece compare nell’adulto anche senza che ne abbia sofferto in gioventù.

“La comparsa degli ormoni nel periodo dell’adolescenza causa l’aumento di volume delle ghiandole sebacee e l’inizio della produzione del sebo. Il sebo è una secrezione oleosa che protegge la cute dalle infezioni. In alcuni soggetti predisposti però, il sebo può svolgere un’azione irritante e indurre la formazione del punto nero, che come un tappo impedisce lo scorrimento del sebo dalla ghiandola alla superficie della cute. In questo caso, i grassi che compongono il sebo si degradano e diventano irritanti”.

Il prof. Costanzo inoltre consiglia di “evitare di schiacciare i punti neri o i foruncoli, un’azione che aumenta la possibilità che restino cicatrici e di rivolgersi al dermatologo evitando il fai-da-te”.

I farmaci contro l’acne

“Recenti studi hanno dimostrato che i batteri svolgono il ruolo di attivatori del sistema immunitario innato cutaneo, quindi uno dei modi di ridurre l’infiammazione dell’acne è ridurre la carica batterica nei follicoli. Per farlo, si possono utilizzare antibiotici specifici topici od orali. Il punto critico su cui agire è la ghiandola sebacea. Ristabilire la corretta secrezione di sebo infatti può risolvere l’acne definitivamente. A tal fine si possono utilizzare farmaci che modificano la proliferazione delle cellule delle ghiandole sebacee, i cosiddetti retinoidi, derivati della vitamina A molto efficaci, ma che devono essere somministrati sotto controllo medico”, spiega il prof. Costanzo.

 

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