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Acido folico: a cosa serve e cosa fare se è basso

La conosciamo come vitamina B9 o come acido folico ed è una vitamina idrosolubile che si assume attraverso la dieta e non può essere accumulata all’interno dell’organismo. Fondamentale per la produzione delle cellule e la trasmissione dei caratteri ereditari, l’acido folico si disperde a contatto con l’acqua e si distrugge ad alta temperatura

Una sua carenza può comportare l’insorgenza di anemia e, in pazienti in gravidanza, influisce negativamente sullo sviluppo del feto.

A cosa serve l’acido folico? E quali sono gli alimenti in cui si trova?

Ne parliamo con la dottoressa Barbara Sarina, ematologa presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano.

Acido folico: a cosa serve

L’acido folico è coinvolto nella sintesi di DNA e proteine per la formazione di emoglobina e, dunque, è fondamentale per la produzione di nuove cellule e nei processi di proliferazione e differenziazione cellulare tipici dei tessuti embrionali. Si rivela quindi una vitamina a cui prestare particolare attenzione nel periodo della gravidanza, poiché concorre alla trasmissione dei caratteri ereditari, a un corretto sviluppo dell’embrione e alla prevenzione di malformazioni congenite: in particolar modo quelle che interessano il tubo neurale (per esempio la spina bifida, l’encefalocele e l’anencefalia), ma potrebbe avere un ruolo anche nella prevenzione dei difetti cardiaci congeniti o malformazioni come la labio-palatoschisi. 

Tra le altre funzioni dell’acido folico si annovera poi l’abbassamento delle concentrazioni di omocisteina, aminoacido che, se presente in quantità eccessive, può associarsi a problematiche cardiovascolari e infarto.

In quali alimenti si trova l’acido folico

L’acido folico si assume soprattutto attraverso la dieta. In particolare ne sono ricche verdura e frutta: dalle verdure a foglia verde (come broccoli, asparagi, spinaci, carciofi e lattuga), arance, limoni, fragole e kiwi, ma anche frutta secca come noci e mandorle. Presente anche nei legumi freschi come piselli, fave e fagioli, l’acido folico può essere assunto anche tramite il lievito di birra, i cereali, il pane e la pasta integrale, il latte, le uova, i formaggi e il fegato e le altre frattaglie.

Andando incontro a dispersione con l’acqua e distruzione con le temperature elevate, l’acido folico presente negli alimenti può presentare variazioni nella sua concentrazione nelle varie fasi di conservazione e cottura. 

Acido folico basso: i sintomi

La carenza di acido folico può associarsi a comportamenti come l’abuso di alcolici e il fumo di sigaretta, o a patologie come celiachia, diabete mellito insulino-dipendente, malattie neoplastiche, talassemia, ma anche all’assunzione di farmaci come gli estroprogestinici e i barbiturici o alla dialisi. 

In questi casi il livello di globuli rossi nel sangue si riduce e insorgono forme di anemia, nonché, nelle donne incinte, problemi nello sviluppo del feto

I sintomi da cui si può riconoscere una carenza di acido folico sono:

Carenza di acido folico: cosa fare

Indicativamente il fabbisogno giornaliero di questa vitamina si assesta sui 0,4 mg al giorno, salendo a 0,6 mg al giorno in gravidanza e 0,5 mg al giorno durante l’allattamento. In questi ultimi casi, specialmente se si sta programmando una gravidanza, è opportuno fare riferimento al medico. 

Gli specialisti raccomandano infatti l’assunzione di integratori a base di acido folico e alimenti fortificati (ossia cibi a cui viene aumentato il contenuto di acido folico in produzione, come biscotti, cracker e succhi di frutta) in modo da poter mantenere con sicurezza il fabbisogno giornaliero. Ma è bene tenere presente che le integrazioni di acido folico vanno effettuate sempre sotto controllo medico perché, se assunto in eccesso, può determinare l’insorgenza di altre problematiche, alcune delle quali ancora oggetto di studio.

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