“I meccanismi della memoria. Quali sono, perché si deteriorano, come possiamo preservarli”. Questo il titolo del convegno in programma per il prossimo 10 giugno, in Campidoglio a Roma, organizzato dall’Associazione Atena Onlus, presieduta e fondata dal prof. Giulio Maira, neurochirurgo di Humanitas, con l’obiettivo di promuovere la ricerca nel campo delle Neuroscienze e migliorare la cura di malattie per le quali ancora non esistono cure efficaci. L’evento si concluderà con la premiazione di ricercatori che si sono particolarmente distinti in quest’ambito. Tra i riconoscimenti, anche quello che sarà attribuito alla prof.ssa Michela Matteoli, Direttore dell’Istituto di Neuroscienze del CNR e Responsabile del Programma di Neuroscienze di Humanitas, che durante la manifestazione riceverà il prestigioso premio Atena.
I meccanismi della memoria, quali sono gli studi della prof.ssa Matteoli in quest’ambito?
“Le sinapsi sono strutture fondamentali che mediano il trasferimento di informazioni tra cellule nervose“, spiega la prof.ssa Matteoli. “La trasmissione del segnale e l’elaborazione delle informazioni avviene a livello delle sinapsi, che controllano tutte le funzioni del corpo, in primo luogo l’apprendimento e la memoria“. Da alcuni anni è stato riconosciuto che molti disturbi psichiatrici e neurodegenerativi sono “sinaptopatie“, vale a dire condizioni patologiche provenienti dalla deregolamentazione dei meccanismi molecolari e cellulari che operano a livello delle sinapsi. “In particolare – spiega la professoressa – il mio laboratorio si occupa di capire come l’infiammazione, fattore in grado di influenzare la fisiologia e la patologia del sistema nervoso, possa contribuire al cattivo funzionamento delle sinapsi“. L’infiammazione può essere presente in forma acuta e in tal caso generalmente non ha effetti nocivi, anzi può contribuire a processi riparativi. Se però diventa cronica, può generare danni, aumentando la vulnerabilità dell’organo, in particolare durante i processi di sviluppo. Anche se si è visto che un certo numero di molecole coinvolte nei processi infiammatori regolano specifici processi neuronali, non è ancora del tutto chiaro se l’attivazione di cascate infiammatorie, magari in combinazione con un corredo genetico suscettibile, possa influenzare la formazione delle sinapsi e i processi di plasticità sinaptica, cioè i processi che sono alla base dell’apprendimento e della memoria. “L’obiettivo principale è quindi quello di definire se un’attivazione del sistema immunitario, sia in fase prenatale che durante lo sviluppo postnatale, possa impattare negativamente la rete delle proteine che operano a livello delle sinapsi, aumentando la suscettibilità a processi patologici. I risultati di questi studi – conclude la prof.ssa Matteoli – permetteranno l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici“.
Quali riconoscimenti saranno assegnati durante il convegno?
Durante il convegno saranno assegnati il Premio Roma, per il contributo dato nel corso di un’intera vita al progresso della scienza, e il Premio Atena, per l’impegno dato nel presente alla ricerca. Quest’ultimo riconoscimento sarà tributato alla prof.ssa Matteoli, i cui studi riguardano con particolare focus l’infiammazione nelle malattie psichiatriche e neurodegenerative, quali schizofrenia, autismo e Alzheimer. Inoltre, in collaborazione con il prof. Giulio Maira, neurochirurgo e ricercatore, e il dott. Maurizio Fornari, Responsabile dell’Unità Operativa di Neurochirurgia, la prof.ssa Matteoli sta collaborando a uno studio finalizzato a individuare il possibile ruolo delle cellule staminali nell’insorgenza dei tumori cerebrali. Questo importante progetto ha anche ricevuto un finanziamento del Ministero, ed è un chiaro esempio di approccio transazionale della ricerca, perché orientato alla sperimentazione clinica: per queste tipologie tumorali, infatti, la sopravvivenza è di poco superiore all’anno.
Che cos’è Fondazione Atena Onlus?
La Fondazione Atena Onlus, fondata nel 2001 dal prof. Giulio Maira, ha l’obiettivo di promuovere la ricerca nel campo delle Neuroscienze e migliorare la cura di alcune malattie per le quali ancora non esistono terapie efficaci. Nella convinzione che la ricerca, oggi più mai, richieda la collaborazione di gruppi internazionali, la Fondazione lavora insieme ad alcuni tra i più importanti centri al mondo, occupandosi di avviare nuovi progetti, costituire laboratori, finanziare ricercatori e favorire lo scambio e la divulgazione delle conoscenze scientifiche.
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