In questi mesi di convivenza con l’infezione SARS-CoV-2, responsabile di COVID-19, è emerso che non tutti coloro che risultano colpiti dal virus manifestano i sintomi della malattia.
Alcuni soggetti infatti sono asintomatici: hanno cioè contratto il virus ma non presentano i sintomi di COVID-19. Gli asintomatici sono comunque contagiosi e possono trasmettere il virus.
COVID-19 si manifesta con sintomi simili a quelli dell’influenza (febbre, tosse, mal di gola, mal di testa, naso che cola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare); in alcuni casi si presenta in maniera seria e grave (con polmonite, insufficienza respiratoria, sepsi e shock settico, che possono portare anche alla morte).
Le persone con più di 70 anni, coloro che soffrono di alcune patologie (per esempio ipertensione arteriosa, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro) e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori) sviluppano prevalentemente forme gravi di malattia.
Quali sono i sintomi di COVID-19?
I sintomi più comuni di COVID-19 sono:
- febbre pari o superiore a 37,5°C e brividi
- tosse di recente comparsa
- difficoltà respiratorie
- perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia)
- naso che cola
- mal di gola
- diarrea (soprattutto nei bambini).
Cosa fare se compaiono i sintomi di COVID-19?
In presenza di sintomi è fondamentale rimanere a casa, limitando il più possibile il contatto anche con i conviventi e contattare il proprio medico di medicina generale (o il pediatra in caso di minori) che valuterà la prescrizione del tampone.
In presenza di alcuni segni clinici importanti è bene consultare il medico di medicina generale e valutare insieme l’opportunità di una verifica in ospedale. I segni da non sottovalutare sono:
- febbre superiore a 37,5 per più di 5 giorni; con particolare attenzione a consultare il proprio medico anche prima dei 5 giorni laddove la temperatura sia superiore a 39
- dolori respiratori
- forte stanchezza
- saturimetria – ovvero il livello di ossigenazione del sangue – inferiore a 94.
Cosa fare se il tampone è positivo?
Se il tampone risulta positivo occorre stare in isolamento per almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi ed è possibile rientrare in comunità dopo un tampone negativo effettuato dopo almeno 3 giorni senza sintomi (che possono essere inclusi nei 10 totali o essere successivi). I 10 giorni si calcolano dall’inizio dei sintomi.
Eventuali conviventi devono seguire le norme della quarantena, in quanto contatti stretti di un positivo e dunque devono rimanere a casa per 14 giorni dall’ultima esposizione oppure per 10 giorni (sempre dall’ultima esposizione) effettuando un tampone che risulti negativo (oppure un test rapido antigenico) effettuato il decimo giorno.
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