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Dermatite atopica, un nuovo farmaco biologico migliora la qualità di vita

La dermatite atopica è una patologia infiammatoria cronica della pelle che può insorgere sia durante l’infanzia che negli adulti e negli anziani. Viene comunemente chiamata anche eczema costituzionale e si manifesta con la formazione improvvisa di cute secca e pruriginosa e di chiazze rosse con vescicole.

In Italia soffrono di questa patologia circa 35mila persone, di cui 8mila sono colpiti da una forma grave. Da qualche mese, dopo l’autorizzazione da parte dell’Aifa, è in commercio un nuovo farmaco per la cura della dermatite atopica. Ne ha parlato in un’intervista il prof. Antonio Costanzo, responsabile dell’Unità operativa di Dermatologia dell’Istituto Clinico Humanitas.

Dupilumab, una nuova soluzione

Il Dupilumab, riconosciuto pochi mesi fa dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) tra i farmaci innovativi, è il primo farmaco biologico e non oncologico indicato per il trattamento di pazienti adulti con dermatite atopica da moderata a grave.

Il farmaco promette di migliorare la qualità di vita dei pazienti e di allietare i fastidi dei pazienti, in particolare il forte prurito e le lesioni che si presentano in diverse parti del corpo, già dopo le prime somministrazioni.

Come si somministra?

”Parliamo di iniezioni sottocutanee da effettuarsi ogni 15 giorni – ha spiegato Antonio Costanzo, responsabile dell’Unità operativa di Dermatologia dell’Istituto Clinico Humanitas -. Il bilancio sull’efficacia del farmaco nel paziente si effettua dopo 12-16 settimane, ma spesso chi soffre della patologia nota i primi miglioramenti significativi già dopo un mese”, ha chiarito. 

Il farmaco, che è un anticorpo monoclonale, “è specificatamente progettato per inibire contemporaneamente la segnalazione delle interleuchine 4 e 13, fattori infiammatori chiave – ha spiegato Costanzo -. Questo permette di ottenere rapidamente e mantenere nel tempo miglioramenti significativi sulle tre dimensioni della dermatite atopica: lesioni, prurito e qualità di vita”, ha concluso il professore.

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