L’analisi citogenetica (o mappa cromosomica o cariotipo) è lo studio dei cromosomi delle cellule. I cromosomi contengono i geni che sono costituiti da DNA, la molecola che contiene tutte le informazioni necessarie per la “costruzione” dell’individuo e il funzionamento dell’organismo.
Nelle cellule degli esseri umani ci sono 46 cromosomi: 23 cromosomi provengono dal padre con lo spermatozoo e 23 dalla madre con la cellula uovo. Spermatozoi e cellule uovo sono cellule germinali e sono le uniche a contenere solo 23 cromosomi. Se lo spermatozoo porta il cromosoma X nascerà una femmina, se porta il cromosoma Y nascerà un maschio. Il cariotipo di una femmina normale sarà quindi 46, XX mentre quello di un maschio 46, XY.
A cosa serve lo studio citogenetico?
Lo studio citogenetico serve a determinare il numero e la struttura dei cromosomi.
Le cellule germinali vengono prodotte a partire da cellule con 46 cromosomi attraverso una divisione cellulare molto complicata (meiosi) durante la quale possono avvenire errori di distribuzione dei cromosomi nelle cellule germinali (non disgiunzione). L’età materna è uno dei principali fattori che aumenta la probabilità della non disgiunzione e l’unico fattore dimostrato realmente importante nella Sindrome di Down o trisomia 21 (caratterizzata dalla presenza di tre cromosomi 21 e quindi 47 totali). Il rischio di avere un figlio affetto da Sindrome di Down per una donna di 25 anni è 0.8% mentre per una donna di 35 è 2.7%, a 40 anni il rischio raggiunge il 9.2%.
La frequenza di anomalie cromosomiche tra neonati è di circa 0.5%; queste anomalie rendono conto di circa 100 condizioni cliniche differenti tra cui le più conosciute sono:
Sindrome di Down (trisomia 21), Sindrome di Edwards (trisomia 18), Sindrome di Patau (trisomia 13), Sindrome di Klinefelter (un cromosoma X in eccesso in un soggetto di sesso maschile), Sindrome di Turner (mancanza di un cromosoma X in un soggetto di sesso femminile).
Quando è opportuno eseguire lo studio citogenetico?
Lo studio citogenetico può essere eseguito in epoca prenatale (in corso di gravidanza) e postnatale (su campioni ottenuti da soggetti nati vivi e per convenzione anche sui nati morti, su cellule del sangue o frammento di tessuto) che include la Citogenetica dei tumori e la Citogenetica su materiale abortivo
Citogenetica prenatale
Viene effettuata in gravidanze nelle quali vi sia un aumentato rischio di anomalie cromosomiche del feto: età materna uguale o maggiore ai 35 anni (compiuti prima della nascita del figlio), figlio affetto da errore di numero dei cromosomi, genitori portatori di riarrangiamenti strutturali che non mostrano segni clinici, genitori con errori di numero dei cromosomi del sesso (47,XXX; 47,XXY ecc.), anomalie del feto evidenziate in ecografia, indicazioni derivanti da test biochimici (tri test ecc.), aborti spontanei ripetuti.
Può essere eseguita una villocentesi durante il primo trimestre di gravidanza (9-12 settimane di gestazione) oppure un’amniocentesi durante il secondo trimestre (15-18 settimane di gestazione).
Citogenetica postnatale
Le indicazioni per questo tipo d’analisi sono:
soggetti con sospetta sindrome cromosomica (es. neonato con tratti corrispondenti alla Sindrome di Down quali: caratteristico aspetto del viso, anomalie cardiache, piega palmare trasversale ecc.), genitori e familiari di soggetti con anomalie cromosomiche, riscontro di ritardo mentale e/o difetti congeniti, ritardo dell’accrescimento, neonati nati morti, genitori di soggetti malformati o con sospetta sindrome cromosomica deceduti senza diagnosi, coppie con aborti spontanei ripetuti, infertilità maschile, femmine con amenorrea primaria o secondaria (assenza o interruzione del ciclo mestruale), fecondazione assistita, sindromi mendeliane (sindromi da geni contigui o sindromi da instabilità cromosomica).
Citogenetica su materiale abortivo
La frequenza di aborti spontanei è compresa tra il 15 e 20% di tutte le gravidanze riconosciute e di queste più del 50% sono associate a un alterato numero o struttura dei cromosomi. Nella maggioranza dei casi tale errore è assolutamente casuale e non implica alcun rischio aumentato per la coppia che l’evento si ripeta. Lo studio della citogenetica del tessuto abortivo è quindi di supporto alla coppia qualora si riscontri un’alterazione cromosomica senza rischio di ricorrenza e di aiuto al ginecologo nella ricerca della causa dell’interruzione.
Citogenetica dei tumori
Le anomalie cromosomiche possono insorgere anche dopo la nascita, in cellule inizialmente normali (anomalie cromosomiche acquisite) e restare confinate ad un particolare tipo di tessuto, come, ad esempio, il tessuto tumorale. Lo studio citogenetico su colture cellulari di tumori solidi ha lo scopo di identificare anomalie cromosomiche specifiche dei vari tipi istologici di tumore ed è utile per la diagnosi, prognosi e scelta della terapia più adeguata.
Viene eseguito nei seguenti casi: tumori ematologici (leucemie), tumori solidi (carcinoma mammario, carcinoma ovarico, carcinoma uterino, carcinoma della vescica, carcinoma prostatico ecc.)
La migliore prevenzione in genetica è l’informazione. La figura del Genetista nell’ambito della consulenza genetica è indispensabile nello spiegare ed interpretare un problema cromosomico al paziente e/o ai familiari.
A cura della dott.ssa Daniela Bettio del Laboratorio di Citogenetica di Humanitas
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