La Risonanza Magnetica (RM) consente di visualizzare contemporaneamente strutture anatomiche differenti, fornendo su di esse informazioni non solo morfologiche (come le altre metodiche di diagnostica per immagini: radiografia, ecografia, TAC) ma morfostrutturali.
La sovrapposizione di immagini digitali consente diagnosi più accurate
“Potremmo definire la RM come un ‘ponte’ fra le metodiche di diagnostica per immagini classiche e le tecniche di Medicina Nucleare – spiega il dottor Luca Balzarini, responsabile della Sezione di Risonanza Magnetica di Humanitas, interna all’Unità Operativa di Radiologia diretta dal dottor Giorgio Brambilla. In questa direzione si inserisce l’idea di arrivare, attraverso una sovrapposizione delle immagini digitali, a vere e proprie immagini ‘fuse’ fra Risonanza Magnetica e PET. Coniugando l’eccellente dettaglio morfostrutturale della RM con le informazioni biochimiche della PET, queste immagini sono in grado di ottimizzare l’accuratezza diagnostica”.
Un vasto campo applicativo
“Allo stato dell’arte – spiega il dott. Balzarini – la Risonanza Magnetica, nata negli Anni 80 come strumento diagnostico neuroradiologico, ha visto allargare i suoi orizzonti applicativi a tutte le sedi anatomiche e a diversi campi di patologia. In Humanitas, grazie alla disponibilità di apparecchiature avanzate, utilizziamo questa metodica in ambito neurologico e neurochirurgico, oncologico medico e chirurgico, ortopedico, gastroenterologico e cardiologico. Le tre apparecchiature operanti nella nostra l’Unità Operativa – ad alta, media e a bassa intensità di campo magnetico – ci consentono infatti di coprire tutto il range delle possibili applicazioni della RM”.
La Risonanza Magnetica in Humanitas
L’Unità Operativa di Radiologia e Diagnostica per Immagini di ICH dispone di 4 apparecchiature di RM a diverse intensità di campo (0.5 T., 1 T., e due macchine 1.5 T.) e perciò idonee allo studio di ogni distretto corporeo.
A cura di Monica Florianello
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