La stenosi carotidea è una patologia dovuta a un restringimento della carotide, una delle più importanti arterie del corpo, a causa della quale la circolazione sanguigna verso il cervello risulta compromessa. Questo stato può provocare nel paziente ischemia cerebrale (ictus), o TIA, un attacco ischemico transitorio.
Che cos’è la stenosi carotidea?
La stenosi carotidea, ossia la riduzione del calibro della carotide, è una patologia che affligge principalmente pazienti sopra i 65 anni e che implica una diminuzione dell’afflusso di sangue al cervello, dunque di ossigeno e delle sostanze necessarie al suo corretto funzionamento.
Questa condizione può portare il paziente ad andare incontro a ischemia cerebrale (ictus), o attacco ischemico transitorio (TIA).
L’ictus cerebrale, si verifica quando l’afflusso di sangue al cervello risulta completamente bloccato e le cellule nutrite dall’arteria in questione vanno in necrosi (e dunque muoiono): a oggi l’ictus cerebrale rappresenta la prima causa di disabilità in Italia e la terza causa di morte in Occidente.
L’attacco ischemico transitorio, invece, colpisce solo una parte del cervello, è provocato da una diminuzione dell’apporto di sangue al cervello e dura tendenzialmente meno di un’ora.
Quali sono le cause della stenosi carotidea?
La stenosi carotidea è provocata principalmente da aterosclerosi (o arteriosclerosi), un’alterazione della parete dell’arteria causata da un accumulo di colesterolo, calcio e altro materiale, che causa la perdita dell’elasticità della parete e la formazione di placche che impediscono un adeguato afflusso del sangue.
L’aterosclerosi tende a svilupparsi in corrispondenza della biforcazione carotidea, dove l’arteria si biforca in carotide interna, verso il cervello, e in carotide esterna, verso il massiccio facciale.
L’aterosclerosi è una patologia che si associa principalmente all’avanzare dell’età e che è più comune negli uomini. Altri fattori di rischio sono rappresentati da sovrappeso o obesità, ipertensione arteriosa, alto livello di colesterolo, abuso di alcolici, fumo di sigaretta.
Quali sono i sintomi della stenosi carotidea?
La stenosi carotidea generalmente si manifesta quando la situazione è già piuttosto severa, quindi con i sintomi tipici dell’attacco ischemico transitorio (TIA). Si tratta di sintomi localizzati che comprendono: paralisi parziale (emiplegia) dal lato opposto alla carotide occlusa, mancata coordinazione nei movimenti, perdita della vista o visione sdoppiata o annebbiata, difficoltà a esprimersi, paresi del viso e, nei casi più gravi, perdita di coscienza.
Diagnosi
La stenosi carotidea può venire diagnosticata sia a seguito di sintomatologia neurologica definita, sia su soggetti a rischio di patologie cardio-vascolari.
Il primo esame per valutare la possibile presenza di occlusioni nella carotide è l’ecocolordoppler. Gli specialisti possono poi valutare se proseguire l’indagine con strumenti ancora più accurati, come l’angiografia con risonanza magnetica e l’angiografia con tomografia computerizzata.
L’angiografia viene seguita mediante iniezione di un mezzo di contrasto nella carotide, per rendere visibile l’eventuale presenza di placche aterosclerotiche, stenosi o occlusione dell’arteria.
Trattamento
Se il restringimento supera il 70% è consigliabile intervenire chirurgicamente, anche se il paziente non avverte ancora sintomi.
Le possibilità sono rappresentate da intervento chirurgico vascolare oppure da angioplastica con palloncino, che prevede l’inserimento di uno stent nell’arteria carotide interna.