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Spondilite anchilosante


Che cos’è la spondilite anchilosante?

La spondilite anchilosante è una malattia infiammatoria che interessa la colonna vertebrale e, se non trattata adeguatamente, può causare una notevole perdita di mobilità e flessibilità, limitando i movimenti. Nei casi più gravi, in assenza di terapia, l’infiammazione può causare la fusione progressiva delle vertebre in diverse sezioni della colonna vertebrale, formando una struttura simile a una “canna di bambù” e comportando una limitazione significativa nelle normali attività quotidiane, come sollevare la testa. 

Questa evenienza è diventata oggi sempre più rara grazie ai nuovi trattamenti disponibili, tanto che il termine “anchilosante” è ormai utilizzato sempre meno e si parla più correttamente di “spondiloartrite radiografica” e “non radiografica“.

Talvolta l’infiammazione può colpire non solo la colonna vertebrale, ma anche altre articolazioni, quali le anche, le ginocchia o le caviglie oppure si possono associare manifestazioni extra-articolari. Tra queste, le uveiti, la psoriasi e le malattie infiammatorie intestinali sono quelle più frequentemente associate alla spondilite anchilosante.

A differenza di quanto si osserva in altre malattie reumatiche, la spondilite anchilosante colpisce i maschi più frequentemente delle femmine ed in genere l’esordio dei sintomi avviene in età giovanile, in particolare tra i 20 e i 40 anni d’età.

Quali sono le cause della spondilite anchilosante?

Non si conosce ancora la causa della spondilite anchilosante, ma si sa che esiste una predisposizione genetica e che un ruolo significativo è svolto dal gene per l’“HLA-B27” riscontrato in circa il 90% dei pazienti affetti. Questo gene è implicato nell’attivazione del sistema immunitario, che identifica erroneamente le articolazioni come elementi estranei, innescando così l’infiammazione tipica della spondilite anchilosante.

Allo sviluppo della malattia concorrono anche altri fattori non genetici tra cui in particolare:

  • sesso maschile
  • determinati agenti infettivi o condizioni di stress cronico, che possono influire sul sistema immunitario aumentando il rischio di malattia
  • storia personale o familiare di I grado di psoriasi 
  • concomitanti malattie infiammatorie croniche intestinali, quali la colite ulcerosa e la malattia di Crohn che possono causare un’infiammazione sistemica in grado di coinvolgere anche le articolazioni. 

Quali sono i sintomi della spondilite anchilosante?

Il sintomo più tipico e precoce della spondilite anchilosante è il mal di schiena a livello lombare (lombalgia) che presenta le caratteristiche del dolore di tipo “infiammatorio”, ovvero peggiora durante i periodi di riposo, soprattutto durante la notte, si associa a significativa e duratura rigidità al mattino e migliora con il movimento.

Queste caratteristiche aiutano a differenziare la spondilite dal comune mal di schiena “meccanico”, che tende a manifestarsi in persone di età più avanzata, spesso a seguito di uno sforzo, migliora con il riposo ed è più frequentemente legato a condizioni come l’artrosi della colonna vertebrale.

La lombalgia infiammatoria può insorgere in modo graduale oppure manifestarsi con un decorso intermittente, caratterizzato da fasi acute alternate a periodi di benessere. In assenza di una diagnosi tempestiva e di un trattamento adeguato, la malattia può evolvere provocando danni irreversibili alle vertebre, che si traducono clinicamente in una riduzione significativa della mobilità.

Oltre alla colonna vertebrale, l’infiammazione può interessare le articolazioni sacroiliache (tra osso sacro e bacino) e le inserzioni di tendini e legamenti sulle ossa (dette “entesi”) soprattutto a livello di calcagno e cartilagini costali, ma raramente si ha anche il coinvolgimento di articolazioni periferiche quali ginocchia e caviglie.

La malattia può caratterizzarsi infine per manifestazioni extra-articolari che complicano il decorso della malattia e la gestione terapeutica. Tra queste ricordiamo:

  • uveite: un’infiammazione dell’occhio, che si presenta dolente, arrossato, con aumentata sensibilità alla luce e talvolta visione annebbiata
  • infiammazioni dell’aorta, che può subire alterazioni tali da coinvolgere anche la valvola aortica.

Spondilite anchilosante: come si fa la diagnosi?

Rilevare precocemente la malattia è fondamentale per impedirne la progressione. Pertanto, è consigliabile sottoporsi a una visita reumatologica in presenza di una storia di dolore lombare o vertebrale con caratteristiche infiammatorie, rigidità della colonna vertebrale, oppure in caso di dolore e/o gonfiore delle articolazioni degli arti superiori o inferiori.

La diagnosi è il risultato di una combinazione di vari elementi, tra cui:

  • Esame obiettivo: consiste nella valutazione della motilità dei diversi segmenti della colonna vertebrale attraverso manovre specifiche.
  • Esami di laboratorio: possono evidenziare un aumento degli indici di infiammazione tra cui la PCR, anche se non è un riscontro costante. Generalmente, si osserva la negatività degli anticorpi, in particolare del fattore reumatoide. In una percentuale significativa di pazienti, il test genetico può rilevare la presenza del gene HLA-B27.
  • Esami radiografici: la radiografia standard consente di individuare alterazioni della colonna vertebrale solo in fase avanzata, quando il danno è già presente. Oggi, per la diagnosi si ricorre più frequentemente alla risonanza magnetica della colonna vertebrale e/o delle articolazioni periferiche, capace di evidenziare segni di infiammazione nelle fasi precoci, prima che si sviluppino le lesioni ossee tipiche della malattia.

Come trattare la spondilite anchilosante?

Come accade per altre patologie infiammatorie croniche, al momento non esiste una cura definitiva per la spondilite anchilosante. Tuttavia, alcuni farmaci possono ridurre l’infiammazione, consentendo un efficace controllo del dolore e degli altri sintomi associati, oltre a bloccare o rallentare la progressione della malattia.

In particolare vengono oggi utilizzati:

  • farmaci anti-infiammatori per controllare l’infiammazione e i sintomi nelle fasi iniziali;
  • farmaci biotecnologici in grado di modificare il decorso della malattia agendo sui processi immunitari e infiammatori; tali farmaci sono in grado di controllare anche le manifestazioni extra-articolari come quelle cutanee (in caso di psoriasi) e intestinali (in caso di malattie infiammatorie intestinali).

La reumatologia di Humanitas è centro prescrittore di tutti i farmaci tradizionali e biologici utilizzati nella spondilite anchilosante, che viene seguita in ambulatori dedicati sia per visite di controllo sia per il monitoraggio dell’efficacia e di eventuali eventi avversi dei farmaci utilizzati.

Visita specialistica reumatologica

La visita reumatologica è un passaggio fondamentale per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie reumatiche dell’adulto.

Ultimo aggiornamento: Gennaio 2025
Data online: Settembre 2015

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