- Cosa sono
- Quali sono le cause
- Quali sono i sintomi
- Come prevenire
- Come si fa la diagnosi
- Come trattare le malattie cardiovascolari?
Che cosa sono le malattie cardiovascolari?
Le malattie cardiovascolari sono dei disturbi che interessano cuore e vasi sanguigni e che rappresentano la prima causa di invalidità e decessi in Italia e nel mondo.
Parliamo per esempio di patologie come:
Le malattie cardiovascolari si dividono in malattie cardiovascolari congenite, se presenti dalla nascita, e malattie cardiovascolari acquisite, se si sviluppano in seguito. Le malattie cardiovascolari acquisite sono multifattoriali e possono associarsi a fattori di rischio come l’età o gli stili di vita poco sani ed equilibrati. Entrambe rappresentano delle problematiche a elevato impatto a livello sociale ed economico, in termini di sanità pubblica, e di comunità, per il carico assistenziale che determinano. Per contenere la possibilità di insorgenza di malattie cardiovascolari o ritardarne insorgenza e progressione è importante prestare attenzione ai fattori di rischio modificabili.
Quali sono le cause delle malattie cardiovascolari?
Le malattie cardiovascolari sono patologie multifattoriali, provocate dall’interazione tra fattori di rischio non modificabili e fattori di rischio modificabili, ossia su cui può esser possibile intervenire per farli rientrare nei limiti di normalità mediante il miglioramento delle proprie abitudini di vita o tramite l’assunzione di farmaci.
I fattori di rischio non modificabili sono:
- avanzare dell’età, con il fisiologico invecchiamento dell’organismo
- familiarità, ossia presenza di malattie cardiovascolari in età precoce in genitori, fratelli e sorelle
- sesso maschile, poiché le femmine in età fertile (e dunque fino alla menopausa) sono protette dagli ormoni femminili
- posizione geografica: determinata dalla qualità dell’aria o da un’alimentazione con prevalenti caratteristiche che possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.
I fattori di rischio modificabili sono:
- fumo
- abuso di alcolici
- assunzione di droghe
- stile di vita sedentario
- alimentazione non equilibrata, ad esempio ricca di calorie, grassi saturi e sale
- stress
- scarsa qualità del sonno
- utilizzo della pillola contraccettiva dopo i 35 anni
- assunzione di terapia ormonale sostitutiva.
Bisogna poi considerare che alcune patologie, in particolare associate a stili di vita poco equilibrati, concorrono allo sviluppo di malattie cardiovascolari, come:
- sovrappeso e obesità
- diabete
- sindrome metabolica
- ipertensione arteriosa
- dislipidemie
- apnee ostruttive del sonno.
Quali sono i sintomi delle malattie cardiovascolari?
I sintomi che più frequentemente possono associarsi alla presenza di malattie cardiovascolari sono:
- palpitazioni e tachicardia (ritmo cardiaco irregolare o accelerato)
- dolore al torace che può irradiarsi o esser presente al giugulo o al braccio sinistro, o dietro le scapole
- capogiri
- sincope (perdita completa di coscienza veloce e inaspettata)
- affanno/dispnea (difficoltà respiratoria non tipica e significativa, che può o meno esser legata a cause fisiche apparenti o sopraggiungere a riposo)
- diminuzione della resistenza fisica e affaticamento dopo sforzi in precedenza ben tollerati.
Come prevenire le malattie cardiovascolari?
Per prevenire le malattie cardiovascolari è importante intervenire sui fattori di rischio modificabili, dunque combinando un’alimentazione sana a una vita attiva, in modo da mantenere i parametri medici nella norma ed evitare lo sviluppo di sovrappeso, obesità e problemi metabolici.
Attività fisica
È consigliato lo svolgimento di 150-300 minuti di attività fisica aerobica di intensità moderata, oppure 75-150 minuti di attività fisica aerobica intensa a settimana. Per esempio, quindi, si può svolgere un’attività aerobica per circa 30 minuti consecutivi 5 giorni su 7.
Le attività aerobiche consigliate sono:
- camminata
- bicicletta
- corsa leggera
- nuoto.
In caso non si sia abituati a svolgerla, all’inizio bisogna introdurre l’attività in modo graduale, confrontandosi con il proprio medico. Utile, inoltre, inserire il movimento corporeo nella quotidianità: qualsiasi attività che concorre a un consumo di energia è infatti utile a combattere la sedentarietà. Il consiglio è di preferire la bicicletta ai veicoli motorizzati o, se si parla di distanze limitate, scegliere di percorrerle a piedi. In luoghi chiusi si può utilizzare, per quanto possibile e razionale, le scale al posto dell’ascensore come esercizio. Da evitare sempre il fumo.
Alimentazione
La dieta consigliata è quella mediterranea, che garantisce un buon apporto di frutta e verdura, cereali e pesce, oltre a utilizzare come condimento principalmente l’olio extravergine di oliva. In particolare, si dovrebbero consumare 5 porzioni di verdura e frutta al giorno, tra i cereali sono da preferire quelli integrali e il pesce sarebbe da assumere tra le 2 e le 4 volte a settimana, preferendo il pesce azzurro. L’olio extravergine d’oliva, invece, sarebbe da assumere a crudo evitando in particolar modo le fritture. Da contenere sensibilmente, invece, il consumo di carne rossa, insaccati e grassi di derivazione animale, burro e formaggi grassi, ma anche l’utilizzo di sale e zuccheri. Bisogna poi prestare attenzione al consumo di caffeina e di bevande alcoliche. Da tenere sotto controllo, inoltre, anche la quantità del cibo assunto, che deve essere adeguata al bisogno energetico della singola persona, tenendo conto di età, stile di vita e condizione di salute.
Controllo dei parametri medici
Bisogna mantenere regolarmente monitorati tutti i parametri che si associano all’aumento di ipertensione arteriosa, dislipidemie e diabete mellito.
Questi parametri sono:
- pressione arteriosa
- ritmo e frequenza del battito cardiaco
- concentrazione di glicemia
- colesterolo e trigliceridi nel sangue
- peso corporeo.
Gli esami del sangue e il controllo della pressione dovrebbero essere svolti a cadenza regolare secondo le indicazioni del proprio medico. Chi ha terapie in corso deve seguire sempre con attenzione le prescrizioni mediche ed effettuare visite ed esami di controllo nei tempi stabiliti. Le donne in gravidanza devono sempre farsi seguire dallo specialista ginecologo ed eventualmente dal nutrizionista, soprattutto se interessate da ipertensione e diabete.
Visita cardiologica
Anche in assenza di sintomi la visita cardiologica va eseguita regolarmente ogni 5 anni dai 40 anni d’età in presenza di familiarità e dai 50 anni nella popolazione generale. In presenza dei sintomi che abbiamo elencato associati alle malattie cardiovascolari, invece, è opportuno richiedere a seconda della gravità dei sintomi un tempestivo controllo specialistico o comunque e sempre farli presente al proprio medico di medicina generale.
Prevenzione secondaria
Chi è già stato interessato da eventi cardiovascolari deve tenere sotto controllo i fattori di rischio modificabili e seguire scrupolosamente le indicazioni dello specialista cardiologo, la terapia farmacologica e attenersi al calendario di controlli clinici e strumentali.
Malattie cardiovascolari: come si fa la diagnosi?
Le malattie cardiovascolari vengono diagnosticate dallo specialista cardiologo tramite la valutazione clinica o con il supporto di alcuni esami strumentali.
In sede di visita medica, dunque tramite anamnesi (valutazione delle informazioni e dei sintomi riportati dal paziente) ed esame obiettivo è possibile individuare la presenza di malattie cardiovascolari, a cui si aggiungono per confermare la diagnosi procedure diagnostiche non invasive o invasive percutanee.
Le analisi non invasive sono:
- elettrocardiogramma
- TAC
- PET
- risonanza magnetica
- ecografia
- radiografia
- test da sforzo
- test del tavolo inclinato
- diagnostica per immagini con radionuclidi.
Gli esami minimamente invasivi che consentono di valutare lo stato di cuore e arterie coronarie senza il ricorso alla chirurgia sono:
- angiografia coronarica
- cateterismo cardiaco
- cateterismo venoso centrale
- esame elettrofisiologico.
Durante l’esecuzione angiografia e cateterismo, possono anche venire trattate contestualmente alcune malattie cardiovascolari, come la coronaropatia.
Come trattare le malattie cardiovascolari?
Il trattamento varia in base alla diagnosi e alla luce del quadro clinico del paziente e delle sue caratteristiche.
L’infarto del miocardio, per esempio, richiede un intervento di angioplastica coronarica, volto a disostruire il lume della coronaria con l’introduzione di un catetere dotato di palloncino gonfiabile e il successivo ed eventuale posizionamento di una retina (stent) all’interno del vaso al fine di tenerlo aperto in seguito a disostruzione.
In pochi casi, a seguito del riscontro di controindicazioni all’angioplastica, si ricorre a terapia farmacologica, con i trombolitici (per dissolvere il trombo). Trattamento meno efficace e meno consigliabile rispetto all’angioplastica. Possono inoltre essere prescritti dei farmaci che hanno dimostrato grande importanza in letteratura se opportunamente utilizzati: anticoagulanti, antiaggreganti, betabloccanti, ACE inibitori e statine.
Laddove ci sia una malattia particolarmente estesa o non vi siano le migliori condizioni per effettuare l’angioplastica, potrebbe essere indicato l’intervento di bypass coronarico che crea chirurgicamente un canale di comunicazione fra l’aorta e la coronaria ristretta o ostruita, tramite sternotomia e circolazione extra-corporea per poter lavorare sul cuore.
In caso di scompenso cardiaco è necessaria una terapia farmacologica appropriata e ottimizzata. Inoltre, laddove la terapia fosse insufficiente o non ben tollerata, occorre ricorrere a trattamenti di tipo interventistico come la risincronizzazione cardiaca, attraverso l’impianto di pacemaker o defibrillatori biventricolari, o il trattamento delle valvulopatie tramite cateteri dedicati.
In ogni caso, il consulto con lo specialista più appropriato per la patologia in atto è fondamentale per intraprendere il corretto iter di trattamento.