Che cos’è l’ictus ischemico?
L’ictus ischemico è un’emergenza medica causata dall’occlusione o dal restringimento di un’arteria che porta sangue al cervello. Quando il flusso sanguigno si interrompe, una parte del cervello non riceve abbastanza ossigeno e nutrienti e inizia a soffrire (ischemia), smettendo di funzionare correttamente. Questo si traduce nella comparsa improvvisa di sintomi neurologici.
Se il flusso di sangue viene ristabilito rapidamente, il danno può essere reversibile. Al contrario, se l’arteria rimane chiusa troppo a lungo si verifica un infarto cerebrale, cioè la morte permanente dei neuroni in quella zona. Ogni minuto conta: si stima che per ogni minuto in cui un’arteria resta occlusa, muoiano quasi 2 milioni di neuroni. Per questo si dice spesso che “il tempo è cervello” (Time is Brain).
L’ictus ischemico rappresenta una delle principali cause di morte e disabilità nel mondo.
Quali sono le cause dell’ictus?
Le cause principali dell’ictus ischemico sono:
- Cardioembolica: un coagulo si forma nel cuore (spesso per fibrillazione atriale) e viaggia fino al cervello, occludendo un’arteria
- Aterosclerosi dei grossi vasi: placche di colesterolo nelle arterie (come le carotidi) possono ostruire il vaso e causare un ictus
- Malattia dei piccoli vasi: legata a ipertensione cronica, interessa le arterie più piccole del cervello
Altre cause, meno comuni, includono disturbi della coagulazione, malattie genetiche, dissecazioni arteriose e uso di sostanze stupefacenti. Infine, in circa un terzo dei casi, la causa dell’ictus ischemico rimane sconosciuta (ictus criptogenico).
Quali sono i sintomi dell’ictus ischemico?
L’ictus ischemico si presenta con sintomi improvvisi, che possono variare in gravità. I più comuni sono:
- Debolezza o paralisi di un braccio, una gamba o metà del viso (es. bocca storta)
- Riduzione della sensibilità di un braccio, una gamba o metà del viso
- Difficoltà nel parlare o nel comprendere il linguaggio
- Problemi alla vista (cecità dà un occhio, visione doppia)
- Perdita di equilibrio, difficoltà nei movimenti, o nella coordinazione.
Anche uno solo di questi sintomi, se insorge all’improvviso, deve far sospettare un ictus. In questo caso, occorre chiamare immediatamente il 112.
Come si può prevenire l’ictus ischemico?
La prevenzione è fondamentale: si stima che oltre il 50% degli ictus ischemici possa essere evitato con un stile di vita sano. Ecco alcune buone abitudini:
- Smettere di fumare
- Limitare il consumo di alcolici
- Fare attività fisica regolare
- Seguire una dieta equilibrata, priva di sale, zuccheri e grassi saturi, e ricca di frutta, verdura, cereali integrali e legumi
- Controllare regolarmente la pressione arteriosa
- Controllare glicemia e colesterolo.
Per chi ha più di 50 anni può essere utile periodicamente eseguire una visita cardiologica, un elettrocardiogramma (ECG) e un’ecografia delle arterie carotidee (le arterie principali che portano il sangue dal cuore al cervello).
In presenza di fattori di rischio, il medico può prescrivere farmaci preventivi come antiaggreganti, anticoagulanti o farmaci per abbassare pressione, colesterolo o glicemia.
In pazienti che hanno già avuto un ictus, va ridotto il rischio di un nuovo evento trattando i fattori di rischio e la causa identificata dell’ictus e in questo caso si parla di prevenzione secondaria (prevenzione di un secondo evento), invece di prevenzione primaria (prevenzione di un primo evento).
Ictus cerebrale: come si fa la diagnosi?
La diagnosi di ictus si sospetta in base alla valutazione clinica e si conferma con esami di imaging cerebrale come TAC e/o Risonanza Magnetica.
La diagnosi eziologica invece, cioè la diagnosi della causa sottostante dell’ictus, si basa su diversi accertamenti diagnostici che includono uno studio della morfologia del cuore (ecocardiogramma), del ritmo del cuore (elettrocardiogramma e monitoraggio del ritmo cardiaco), dei vasi cerebrali (angio-TAC o angio-RM dei vasi cerebrali) e analisi del sangue per valutare la possibile presenza di difetti della coagulazione.
Come trattare l’ictus cerebrale?
L’obiettivo è riaprire il vaso occluso il prima possibile, per limitare i danni cerebrali. Le opzioni sono:
- Trombolisi: somministrazione di un farmaco per via venosa per sciogliere il trombo
- Trombectomia meccanica: rimozione del trombo attraverso un catetere inserito in un’arteria della gambe, che risale fino a raggiungere e liberare l’arteria cerebrale.
Questi trattamenti possono essere efficaci anche fino a 24 ore dall’esordio dei sintomi, ma sono indicati solo in casi selezionati, poiché comportano anche rischi importanti. Prima si interviene maggiore è la probabilità di avere indicazione a questi trattamenti e maggiore è il beneficio atteso.
Cosa succede dopo il trattamento iperacuto?
Dopo la fase iniziale, il paziente viene generalmente trasferito in una Stroke Unit, un’unità specializzata nella gestione dell’ictus acuto, dove viene seguito da un team multidisciplinare.
A seguire, a seconda della situazione clinica, può essere avviato un percorso riabilitativo, in ospedale o a domicilio, con l’obiettivo di recuperare parte delle funzioni perse e migliorare la qualità di vita.
La visita neurologica permette di rilevare eventuali patologie o disturbi che colpiscono il sistema nervoso centrale o quello periferico.
Ultimo aggiornamento: Aprile 2025
Data online: Settembre 2015