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Epatite D


Che cos’è l’epatite D?

L’epatite D è un’infezione virale che colpisce il fegato ed è sempre concomitante all’infezione da virus dell’epatite B. Il virus dell’epatite D (HDV) è chiamato infatti virus difettivo: non può cioè provocare l’infezione autonomamente e per moltiplicarsi nelle cellule epatiche necessita dell’associazione con il virus dell’epatite B (HBV). L’infezione avviene tramite contatto con sangue (trasfusioni, utilizzo di presidi contaminati) e/o fluidi corporei (rapporti sessuali) di un individuo già infetto. Una volta contratta, l’epatite D può manifestarsi in modo acuto con una risoluzione spontanea. Più raramente, circa nel 5% dei casi, si manifesta in modo cronico con tempi di insorgenza dei sintomi maggiori.

Quali sono le cause dell’epatite D?

Il virus dellepatite D si trasmette principalmente mediante il contatto con sangue e fluidi corporei di pazienti infetti. Un soggetto già infetto da epatite B è più suscettibile a contrarre l’epatite D.

Altri fattori di rischio sono legati a patologie come:

  • emofilia
  • trattamenti di dialisi
  • utilizzo di droghe
  • tatuaggi o piercing effettuati con strumentazione non sterilizzata
  • utilizzo di strumentazione non sterilizzata in ambito odontoiatrico o chirurgico
  • rapporti sessuali non protetti.

Sono a rischio anche i pazienti che hanno effettuato trasfusioni di sangue antecedentemente al 1978, poiché solo da quell’anno veniva disposta su ogni donazione di sangue, plasma ed emoderivati, la ricerca del virus (per l’HIV si è dovuto aspettare il 1987).

Raramente il virus viene trasmesso da madre a figlio.

Quali sono i sintomi dell’epatite D?

La sintomatologia che caratterizza l’infezione da epatite D può essere molto variabile. Può essere del tutto asintomatica anche se il paziente è infettivo. Nei casi di infezione acuta da epatite D i sintomi si manifestano entro 3 mesi dal contagio e possono comportare:

Nei casi di epatite cronica, l’infezione può restare silente per un po’ di tempo e presentarsi unicamente con un quadro insufficienza epatica, con ittero, gonfiore agli arti inferiori, stati confusionali, o, in casi ancora più severi, di epatocarcinoma (tumore del fegato) che può manifestarsi con sintomi molto aspecifici come malessere generalizzato e perdita di peso senza motivi apparenti.

Come si previene l’epatite D?

L’epatite D si previene con il vaccino contro lepatite B, che risulta quindi essere utile per entrambe le forme di epatite.

Per ridurre il rischio di contrarre l’epatite D bisogna in generale evitare i rapporti sessuali non protetti e il contatto con sangue o fluidi corporei di pazienti già infetti e con aghi o strumentazione contaminata.

Epatite D: come si fa la diagnosi

L’epatite D viene diagnosticata tramite gli esami del sangue, che valutano la presenza di anticorpi circolanti contro l’epatite D ed eventualmente del genoma virale.

Come trattare l’epatite D

Nei casi di epatite D acuta, la risoluzione è di norma spontanea. Esistono dei farmaci utilizzati per contenere i sintomi e ridurre i danni epatici come per esempio l’interferone pegilato. Un nuovo e recentemente approvato farmaco è la Bulevirtide

Nei casi invece di infezione condizionante epatocarcinoma può essere utile il ricorso alla chirurgia o al trapianto di fegato.

Assolutamente indicata è l’astensione da alcolici nei pazienti affetti da epatite D.

Unità Operative

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