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Epatite A


Che cos’è l’epatite A?

L’epatite A è un’infezione epatica contagiosa causata dal virus dell’epatite A, o HAV, uno dei virus che causano infiammazione e che possono compromettere le funzioni del fegato. La patologia si contrae per via orale, attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminati dal virus, o dal contatto stretto con altre persone infette.

Il periodo medio di incubazione della malattia è di circa quattro settimane e, dopo la guarigione, il paziente è completamente immunizzato rispetto al virus. Si tratta di un agente patogeno molto resistente, che può sopportare temperature alte ed ambienti molto acidi, ma è una malattia che non cronicizza mai ed è considerata pericolosa solo quando si verifica in soggetti anziani o con altri problemi di salute. Spesso, nei bambini molto piccoli è quasi totalmente asintomatica. Nei casi più lievi, non è necessario alcun trattamento e la maggior parte delle persone che contrae l’epatite A, guarisce senza che il fegato subisca danni permanenti.

Tutte le persone che sono state infettate dal virus HAV, una volta sconfitta la patologia, risultano immunizzate dal virus in maniera permanente.

Quali sono le cause dell’epatite A?

Il virus dell’epatite A si diffonde principalmente attraverso la materia fecale. Il contatto con quantità anche minime di feci contaminate (di solito si tratta di acque contaminate) porta facilmente al contagio. Il virus si diffonde al fegato, causando infiammazione ed infettando le feci della persona contagiata. In Italia, il miglioramento delle condizioni igieniche generali ha portato una diminuzione del rischio di contagio, ma nel caso di soggiorno in altre zone del mondo, dove l’epatite A è endemica, è consigliabile ricorrere alla vaccinazione preventiva.

Alcune delle modalità di contagio possono essere:

  • Manipolazione di cibo da parte di persone infettate, che non si siano lavate con cura le mani dopo essere andate in bagno.
  • Contaminazione dell’acqua da bere per mezzo di quantità, anche minime, di virus.
  • Ingestione di frutti di mare o pesce contaminato dallo scarico delle fognature.
  • Contatto sessuale, o comunque situazioni di promiscuità con persone infette (anche asintomatiche).

Quali sono i sintomi dell’epatite A?

I sintomi dell’epatite A si manifestano tipicamente dopo alcune settimane dall’infezione, una volta trascorso il periodo di incubazione, durante il quale la patologia è, tuttavia, ugualmente contagiosa. Fra i sintomi più evidenti, vi sono:

La fase sintomatica dura solitamente 8-10 settimane, sebbene in alcuni casi possa proseguire anche fino a sei mesi. In alcuni soggetti, ed in particolare nei bambini, tuttavia, l’epatite A può anche non determinare sintomi specifici.

Diagnosi

La diagnosi dell’epatite A si effettua attraverso semplici esami del sangue o delle feci, o, nella fase sintomatica, attraverso una visita medica.

Trattamenti

Non esistono trattamenti specifici per l’epatite A. Nella grande maggioranza dei casi, la patologia recede spontaneamente in un paio di mesi, senza lasciare alcun danno permanente al fegato, quindi il trattamento si basa spesso sui sintomi.

  • Cercare di stare a riposo e non svolgere attività fisiche troppo intense può essere una buona idea, perché il sintomo principale è un maggior affaticamento.
  • La nausea e l’inappetenza possono diventare un problema per chi è affetto, perché non mangiare può accentuare l’affaticamento. Una strategia potrebbe essere quella di fare più pasti del solito, anche se con quantità inferiori di cibo.
  • Cercare di non sollecitare eccessivamente il fegato con farmaci e alcool, per ottenere un decorso più rapido e sintomi più lievi.

Prevenzione

Il vaccino dell’epatite A può prevenire l’infezione ed è comunemente somministrato in due dosi, a distanza di circa sei mesi l’una dall’altra. Il vaccino è sicuro e ben tollerato, l’efficacia è del 95-100%. Le persone vaccinate raramente si infettano e, nel caso, presentano sintomi molto attenuati.

Il vaccino è consigliato a tutte le persone che sono a rischio per via delle attività che svolgono quotidianamente o per le quali il contagio potrebbe costituire un serio rischio. È una buona idea discutere con il proprio medico l’opportunità di farsi vaccinare.

Quando si viaggia all’estero, è buona norma, in generale, consultare le indicazioni del ministero della salute in merito a potenziali rischi connessi alle zone da visitare e vaccinazioni preventive che possono ridurre il rischio di contagio per alcune malattie.

In ogni caso, lavare sempre le mani prima e dopo essere andati in bagno e prima e dopo il contatto con cibi e bevande, riduce significativamente le possibilità di infezione.

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