Che cos’è il disturbo disforico premestruale?
Il disturbo disforico premestruale è un aggravamento della sindrome mestruale che interessa dal 3 al 9% delle donne in età fertile e i cui i sintomi, in particolar modo quelli di natura psicologica, diventano invalidanti interferendo decisamente sulla vita quotidiana della paziente.
Quali sono le cause del disturbo disforico premestruale?
La causa esatta del disturbo disforico premestruale non è chiara. Diversi elementi potrebbero contribuire allo sviluppo del disturbo tra cui un’aumentata sensibilità alle normali oscillazioni degli ormoni sessuali femminili (rappresentati da estrogeni e progesterone), una predisposizione genetica di base e fattori di tipo ambientale (stress, traumi, stagionalità, fumo di sigaretta).
Quali sono i sintomi del disturbo disforico premestruale?
Durante il disturbo disforico premestruale si acuiscono significativamente i sintomi di natura psicologica della sindrome premestruale, quali:
- abbassamento del tono dell’umore
- irritabilità
- ansia
- sbalzi d’umore
- difficoltà di concentrazione
- sensazione di essere sopraffatti dalle cose
- tendenza al ritiro sociale.
In particolar modo possono verificarsi veri e propri stati depressivi profondi, particolarmente invalidanti. Si tratta di manifestazioni che possono interferire con la normale routine quotidiana e impedire il corretto svolgimento di attività lavorative o scolastiche. L’influenza sui rapporti personali si manifesta anche nelle relazioni più intime, con familiari e amici stretti.
Tra i sintomi fisici della sindrome premestruale che, in caso di disturbo disforico premestruale, possono presentarsi con maggiore intensità si annoverano:
- sensazione di gonfiore fisico
- stanchezza
- mal di testa
- indolenzimento ai seni e ai muscoli
- aumento della fame
- disturbi del sonno.
Disturbo disforico premestruale: come si fa la diagnosi?
Per diagnosticare il disturbo disforico premestruale si deve consultare lo psicoterapeuta. La diagnosi, infatti, non avviene mediante esami o test diagnostici ma attraverso il colloquio psicologico, durante il quale lo specialista valuta la sintomatologia manifestata dalla paziente.
In determinati casi, lo psicoterapeuta può richiedere la stesura di un diario giornaliero in cui, per circa due mesi, inserire i sintomi psicologici e fisici ogni qual volta vengono avvertiti.
Come trattare il disturbo disforico premestruale?
Oltre al consiglio di seguire una vita equilibrata – caratterizzata da un’alimentazione sana e bilanciata e dallo svolgimento regolare di attività fisica – e di effettuare esercizi di rilassamento o attività come lo yoga, il disturbo disforico premestruale potrebbe richiede il ricorso a una terapia farmacologica.
Lo psichiatra, in questo caso, potrebbe valutare l’utilizzo di farmaci della classe SSRI, usati nella terapia per l’ansia e la depressione.
Utile anche, previo consulto medico, l’utilizzo di pillola anticoncezionale e farmaci antinfiammatori per lenire i dolori.