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Difterite


Che cos’è la difterite?

La difterite è una grave infezione causata dal batterio Corynebacterium diphtheriae. Solitamente la malattia si manifesta con interessamento delle prime vie aeree o localizzazioni cutanee, ma in alcuni casi può danneggiare gravemente cuore, reni e sistema nervoso, fino a causare il decesso. 

La difterite è oggi molto rara nei Paesi sviluppati, soprattutto grazie alla diffusione del vaccino, in Italia obbligatorio per tutti i nuovi nati. Attualmente infatti la malattia è diffusa soprattutto nei Paesi in cui il ricorso alla vaccinazione non è ancora ottimale, e sono proprio gli individui non immunizzati ad essere maggiormente a rischio.

Quali sono le cause della difterite?

La difterite è causata dal batterio Corynebacterium diphtheriae, che infetta le mucose del naso, della gola e delle tonsille, in alcuni casi la pelle (in particolare nelle zone tropicali) e ancora più raramente gli occhi o la vagina. 

La trasmissione dell’infezione è possibile attraverso contatto diretto con le goccioline di saliva prodotte da un soggetto infetto, con ferite infette o raramente con oggetti contaminati. 

All’interno dell’organismo il batterio è in grado di produrre una potente tossina, denominata tossina difterica, che causa gravi danni ai tessuti e agli organi, responsabile delle manifestazioni cliniche della malattia. 

Quali sono i sintomi della difterite?

In genere i disturbi compaiono tra 2 e 5 giorni dopo l’esposizione. In alcuni casi l’infezione può essere del tutto asintomatica, in tale circostanza si parla di soggetti portatori asintomatici, che possono comunque trasmettere la difterite durante le sei settimane successive il contagio. 

Fra i sintomi della difterite sono inclusi:

  • mal di gola e raucedine
  • naso che cola
  • perdita di appetito
  • brividi e malessere generalizzato
  • febbricola
  • dolore alla deglutizione
  • tonsillite (ingrossamento e arrossamento delle tonsille), con presenza di una patina grigiastra in gola e sulle tonsille (in alcuni casi le lesioni sanguinano e il loro colore diventa verdastro o persino nero)
  • ingrossamento dei linfonodi del collo, che assume un aspetto “taurino”
  • difficoltà a respirare o respirazione accelerata.

Se l’infezione riguarda la pelle i sintomi includono:

  • dolore
  • arrossamento
  • gonfiore
  • presenza di una membrana grigiastra a livello delle zone interessate (tipicamente una ferita contaminata).

Sebbene solitamente il decorso della malattia sia benigno, possono anche manifestarsi severe complicanze, legate a grave interessamento delle vie respiratorie (morte per soffocamento), soprattutto in caso di mancato o inadeguato trattamento dell’infezione. Inoltre il decesso può avvenire a causa degli effetti della tossina su organi distanti, come nel caso di interessamento dei reni, del sistema nervoso del cuore con possibilità di miocardite, insufficienza cardiaca progressiva e aritmie con rischio di arresto cardiaco

Come prevenire la difterite?

La prevenzione della difterite si basa sulla somministrazione di un vaccino, obbligatorio in Italia, che contiene una forma inattivata della tossina difterica. In genere questo vaccino è compreso nell’esavalente, che viene somministrato a tutti i nuovi nati e protegge da sei patologie infettive: difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B e Haemophilus influenzale di tipo B. 

Il vaccino esavalente è ben tollerato e si somministra per via intramuscolare nella faccia antero-laterale della coscia dei bambini o nel braccio in caso di persone adulte. Il vaccino esavalente viene somministrato entro il primo anno di vita in tre dosi: nel terzo mese, nel quinto mese e nell’undicesimo mese di vita. 

Per difterite, tetano, poliomielite e pertosse sono previste delle dosi di rinforzo (richiami), di cui la prima a 5-6 anni di età, e una seconda a partire dai 12 anni (o comunque in età adolescenziale). Nella popolazione adulta è caldamente consigliata la somministrazione di un richiamo del vaccino per tetano, difterite e pertosse ogni dieci anni, al fine di garantire una costante protezione da queste tre pericolose infezioni.

Difterite: come si fa la diagnosi?

In genere il medico sospetta la difterite sulla base del quadro clinico, poiché molto caratteristica è la presenza di una membrana grigiastra sulle tonsille e in gola, specie in caso di soggetti che hanno recentemente visitato Paesi in via di sviluppo.

La diagnosi deve essere confermata con analisi di laboratorio del materiale prelevato dalla gola con un tampone, con ricerca del batterio e della tossina da esso prodotta. Nel caso in cui il problema riguardi la pelle, il medico può eseguire i medesimi accertamenti dal materiale prelevato dalle ferite infette. 

In caso di soggetti non vaccinati o provenienti da Paesi a rischio, si sospetta la difterite anche nella diagnosi differenziale di alcune malattie, come la mononucleosi infettiva, la candidosi, la sifilide orale, l’angina di Vincent e le faringiti virali e batteriche.

Come trattare la difterite?

In caso di sospetta difterite il trattamento deve iniziare ancora prima che giunga una conferma dalle analisi di laboratorio.

I farmaci prescritti includono:

  • Antitossina, iniettata nei muscoli o direttamente in vena, per neutralizzare la tossina prodotta dal batterio ancora circolante nel sangue. L’antitossina non può tuttavia contrastare l’effetto della tossina già legata ai bersagli cellulari.
  • Antibiotici (eritromicina o penicillina) per eliminare la produzione della tossina e ridurre le possibilità di contagio.
  • Spesso il trattamento avviene in ospedale e il paziente viene ricoverato in isolamento (in generale i soggetti con difterite vanno isolati per evitare il rischio di contagio).
  • A volte gli antibiotici vengono prescritti anche alle persone entrate in contatto con il paziente infetto.

Dopo 2 giorni circa dall’inizio della terapia tendenzialmente la persona smette di essere contagiosa.  

In ogni caso, come già riportato, il principale mezzo per contrastare la difterite è la vaccinazione, da somministrare a tutti i nuovi nati e agli adulti secondo le dosi di richiamo raccomandate dal calendario vaccinale.

Ultimo aggiornamento: Novembre 2024
Data online: Settembre 2015

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