Che cos’è l’aterosclerosi?
L’aterosclerosi (dal greco dal greco “ἀθήρα” ateroma – “σκλήρωσις” sclerosi/rigidità) è una malattia degenerativa e infiammatoria caratterizzata dall’alterazione delle pareti delle arterie di medio e grosso calibro, che perdono la propria elasticità e si irrigidiscono per la presenza di placche disomogenee (ateromi) costituite dall’accumulo di colesterolo, cellule infiammatorie e muscolari, calcio e tessuto connettivo.
Si tratta di un processo dinamico perché la placca, abitualmente rivestita da un sottile cappuccio fibroso e da cellule endoteliali, è in continua evoluzione e può crescere o andare incontro a fenomeni emorragici e di rottura, arrivando a ostacolare il flusso ematico all’interno del vaso (trombosi) fino a determinarne la sua completa chiusura, con conseguente interruzione del flusso ematico.
Una volta instauratasi, l’aterosclerosi appare come un processo irreversibile e in potenziale continua espansione: uno stile di vita adeguato e trattamenti mirati al controllo di diabete e ipertensione, oltre che alla riduzione del colesterolo, possono prevenire la formazione delle placche e rallentare il peggioramento dell’aterosclerosi in corso.
Quali sono le cause dell’aterosclerosi?
L’aterosclerosi è associata a plurimi fattori di rischio, quali:
- livelli elevati di colesterolo nel sangue
- ipertensione arteriosa
- diabete mellito
- familiarità
- uno stile di vita inadeguato: il fumo di sigaretta, un’alimentazione non equilibrata, ricca di grassi saturi e povera di minerali e vitamine, il consumo eccessivo di alcolici, un’attività fisica insufficiente e sovrappeso e obesità.
Quali sono i sintomi dell’aterosclerosi?
In genere l’aterosclerosi nelle fasi iniziali non provoca sintomi, che si manifestano invece quando la crescita o la rottura della placca riduce criticamente o addirittura interrompe il flusso di sangue all’interno delle arterie, determinando ischemia e infarto, con una sintomatologia variabile a seconda del territorio colpito.
I sintomi dell’ischemia e dell’infarto sono diversi a seconda che l’aterosclerosi sia localizzata a livello coronarico (angina, infarto miocardico), cerebrale (ictus o TIA – attacco ischemico transitorio), intestinale, renale o periferico (arteriopatia obliterante arti inferiori) e consistono in:
- angina pectoris: dolore toracico più frequente dopo uno sforzo intenso o uno stress psichico, generalmente di durata inferiore ai 10 minuti e che non determina danni permanenti al cuore
- infarto del miocardio: dolore al petto oppressivo e costrittivo, che non diminuisce con il riposo e che causa necrosi di parte del muscolo cardiaco
- ictus: riduzione della funzionalità delle aree del corpo controllate dall’area cerebrale interessata,
- TIA (attacco ischemico transitorio): riduzione transitoria della funzionalità delle aree del corpo controllata dall’area cerebrale interessata, con una durata che va da qualche minuto a qualche ora; in seguito la persona recupera la completa funzionalità
- arteriopatia periferica: dolore e difficoltà alla deambulazione (claudicatio), fino alla vera e propria ischemia dell’arto.
Come si previene l’aterosclerosi?
Per prevenire l’aterosclerosi è importante controllare i fattori di rischio mettendo in atto modifiche anche drastiche dello stile di vita, tra cui:
- seguire un’alimentazione sana, equilibrata e povera di grassi saturi, zuccheri, sale e carboidrati raffinati e ricca di verdura e frutta fresche, fibre, cereali integrali, pesce e carni magre
- praticare un’attività fisica regolare
- non fumare
- eliminare o almeno limitare il consumo di alcolici
- monitorare la pressione sanguigna mantenendola nella norma
- monitorare i livelli di colesterolo LDL, o “colesterolo cattivo” mantenendolo basso;
- contenere lo stress
- mantenere il peso corporeo nella norma.
Aterosclerosi: come si fa la diagnosi?
L’aterosclerosi non si associa necessariamente a segni obiettivi rilevabili alla visita medica, ma in presenza di un profilo di rischio cardiovascolare aumentato il medico specialista indirizzerà il paziente ad un appropriato percorso diagnostico.
Tra le indagini necessarie ricordiamo:
- esami del sangue, per monitorare livelli di zuccheri e lipidi nel sangue e di altri markers di aterosclerosi
- eco-doppler, per analizzare il flusso sanguigno all’interno dei vasi e ricercare la presenza di placche
- angio- RM e angio- TC, quali esami di secondo livello per uno studio preciso dei vasi
- angiografia, esame radiologico che sfruttando i raggi X, con l’ausilio di mezzo di contrasto, consente di studiare la dinamica circolatoria dei vari distretti corporei.
Come trattare l’aterosclerosi?
Non ci sono trattamenti in grado di invertire il processo dell’aterosclerosi, ma è fondamentale correggere tutti i fattori di rischio cardiovascolare per rallentarne la progressione.
In particolare è necessario modificare lo stile di vita laddove siano presenti abitudini scorrette, mediante:
- dieta sana ed equilibrata
- abolizione del fumo
- pratica di esercizio fisico regolare: per gli individui normopeso possono bastare 40 minuti almeno 3 volte la settimana, mentre livelli superiori sono necessari per gli individui in sovrappeso.
Nel caso in cui l’adozione di comportamenti virtuosi risulti insufficiente il medico può prescrivere l’assunzione di farmaci:
- per ridurre i livelli di colesterolo (in particolare le statine)
- per rallentare la progressione dell’aterosclerosi (ACE-inibitori, alcune statine)
- per ridurre la pressione arteriosa (ACE-inibitori, betabloccanti, calcio-antagonisti e diuretici)
- per controllare il diabete
- per alleviare disturbi invalidanti, come il dolore alle gambe (tipico della claudicatio intermittens)
- per ridurre il rischio di formazione di coaguli di sangue (trombi) intravascolari (gli antiaggreganti piastrinici)
- per migliorare la prognosi del paziente ad alto rischio cardiovascolare (“nuovi” farmaci nati come antidiabetici e ora utilizzati anche in assenza di diabete).
In caso di aterosclerosi grave con ipoperfusione o infarto di organi importanti possono essere necessarie procedure endovascolari o chirurgiche, quali:
- angioplastica con stent per il trattamento percutaneo della placca
- endoarteriectomia per la rimozione chirurgica della placca
- bypass per “bypassare” il tratto di arteria malato.
Nel caso in cui un’arteria sia ostruita da un coagulo di sangue (trombo) e non sia passibile di disostruzione meccanica, è anche possibile utilizzare farmaci per via endovenosa capaci di scioglierlo (trombolisi).
La visita cardiologica è utile ad escludere, diagnosticare o monitorare un disturbo di carattere cardiologico.
Ultimo aggiornamento: Gennaio 2025
Data online: Settembre 2015