La Tubocurarina possiede azione bloccante neuromuscolare e gangliare ed è responsabile della morte per paralisi dei muscoli respiratori e conseguente asfissia nei casi di avvelenamento da curaro. In forma di cloruro viene impiegata in anestesiologia per procurare il rilassamento della muscolatura scheletrica durante gli interventi chirurgici e per agevolare l'intubazione tracheale per la ventilazione meccanica, oltre che nella terapia del tetano, dell'eclampsia, di disordini spastici e in casi particolarmente gravi di convulsioni.
Come funziona la Tubocurarina?
La Tubocurarina è un farmaco appartenente al gruppo dei miorilassanti, e più precisamente dei "bloccanti neuromuscolari competitivi non depolarizzanti".
Noti anche come "bloccanti neuromuscolari competitivi", i farmaci bloccanti neuromuscolari competitivi non depolarizzanti agiscono sul sistema nervoso periferico interrompendo la trasmissione neuromuscolare competendo con l'attività del neurotrasmettitore acetilcolina, e riducendo quindi la risposta dei recettori all'acetilcolina rilasciata in seguito all'impulso nervoso.
La D-tubocurarina è il principale alcaloide del curaro (nome generico con cui sono indicati estratti grezzi ottenuti dalla corteccia delle radici di piante del genere Strychnos e Chondrodendron), utilizzato da diversi secoli da alcune tribù indigene dell'America del Sud come veleno paralizzante in cui intingere le frecce, in grado di portare a morte le prede per paralisi dei muscoli scheletrici e blocco della respirazione. I principali effetti fisiologici del curaro sono dovuti proprio all'azione dell'alcaloide D-tubocurarina e di altri alcaloidi simili. La Tubocurarina figura quindi come capostipite del gruppo dei farmaci miorilassanti non depolarizzanti, di cui fanno parte anche il Rocuronio, l'Alcuronio, la Gallamina, la Metocurina, il Pancuronio, l'Atracurio, il Cisatracurio, il Vecuronio.
Come si assume la Tubocurarina?
La Tubocurarina è commercializzato sotto forma di preparato per iniezioni.
Effetti collaterali della Tubocurarina
Diversi sono gli effetti avversi che possono derivare dall'utilizzo di questo farmaco:
- disturbi generali: reazioni allergiche, rilascio eccessivo di istamina;
- disturbi cardiovascolari: ipotensione arteriosa, tachicardia riflessa;
- disturbi respiratori: dispnea, broncospasmo, laringospasmo, asma;
- disturbi muscolo–scheletrici: debolezza muscolare;
- disturbi dermatologici: rash, orticaria, eritema, reazioni nel sito di iniezione.
Controindicazoni e avvertenze della Tubocurarina
Particolare attenzione deve essere posta nella somministrazione di questo farmaco a soggetti con ipersensibilità nota o presunta al prodotto.
Questo farmaco deve essere somministrato esclusivamente da personale esperto.
Come per tutti gli altri miorilassanti, il dosaggio di Tubocurarina deve essere personalizzato per ogni paziente.
Alcune condizioni – perlopiù dovute a gravi alterazioni elettrolitiche, alterazioni del pH ematico o disidratazione – possono aumentare gli effetti di questo farmaco: ipopotassiemia, ipermagnesemia, ipocalcemia, ipoproteinemia, disidratazione, acidosi, ipercapnia, cachessia.
Particolare attenzione deve essere prestata dal personale medico prima della somministrazione riguardo alle eventuali terapie concomitanti assunte dal paziente. Alcuni farmaci, infatti, possono aumentarne gli effetti, mentre l'assunzione contemporanea di altre sostanze tendono a diminuirne l'efficacia. Infine, poi, la somministrazione di altri agenti bloccanti neuromuscolari non depolarizzanti in combinazione con Tubocurarina può produrre attenuazione o potenziamento del blocco neuromuscolare, a seconda dell'ordine di somministrazione e dell'agente di blocco neuromuscolare utilizzato.
È bene che sia in gravidanza che in allattamento si usi cautela nella somministrazione del farmaco, che deve essere sempre preceduta dal giudizio del medico curante.