Indicato negli adulti, negli adolescenti e nei bambini di età superiore ai due anni, lenograstim viene somministrato soprattutto per contrastare una condizione nota come neutropenia, ovvero la riduzione dei leucociti neutrofili circolanti, in particolari casi. Nello specifico vi si ricorre:
- per ridurre la durata della neutropenia nei pazienti con neoplasia non mieloide sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo e considerati ad aumentato rischio di neutropenia grave prolungata;
- per diminuire la durata della neutropenia grave e delle complicanze a essa associate in pazienti sottoposti a chemioterapia;
- per mobilizzare le cellule progenitrici del sangue periferico nei pazienti e nei donatori sani.
Come funziona il lenogastrim?
Lenograstim è un farmaco antineoplastico immunostimolante appartenente al gruppo dei fattori di stimolazione della colonia granulocitaria. È costituito da una glicoproteina che nel midollo osseo stimola la sintesi e la liberazione dei granulociti neutrofili, favorendo così la capacità dell’organismo di fornire una adeguata risposta immunitaria aspecifica.
Come si somministra il lenogastrim?
Lenograstim può essere somministrato per iniezione sottocutanea o per infusione endovenosa. La somministrazione deve necessariamente avvenire sotto controllo di personale medico e in centri specializzati.
Effetti collaterali
Molti sono gli effetti collaterali ricondotti all’assunzione di lenograstim. Tra i più comuni ci sono:
- infezioni o infiammazioni del cavo orale
- febbre
- diarrea
- rash cutanei
- dolore addominale
- vomito
- alopecia
- sepsi
- cefalea
Vengono spesso riferiti dai pazienti anche un lieve aumento di incidenza di dolore osseo e di reazioni nel punto di iniezione.
Durante il trattamento con lenograstim sono stati frequentemente riportate alterazioni della funzionalità epatica che nella maggior parte dei casi sono migliorate dopo l’interruzione del trattamento.
In casi molto rari durante il trattamento con il farmaco sono state riportate reazioni allergiche compresi casi isolati di shock anafilattico, effetti indesiderati a livello polmonare che includono polmonite interstiziale, edema polmonare, infiltrati polmonari e fibrosi polmonare e casi di vasculite cutanea.
Sono stati riportati rarissimi casi di sindrome di Sweet, eritema nodoso e pioderma gangrenoso e di sindrome di Lyell.
Quando il farmaco viene somministrato a soggetti sani gli effetti avversi maggiormente riscontrati sono – in ordine decrescente – cefalea, dolore alle ossa, rachialgia, astenia, dolore addominale e altri dolori.
Una nota dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) risalente a marzo 2014 mette infine in evidenza che l’assunzione di Lenograstim è associata al rischio di Sindrome da Perdita Capillare (CLS) sia in pazienti con cancro che in donatori sani. Gli episodi di CLS sono di severità e frequenza variabili, e possono essere fatali. La CLS si manifesta con ipotensione, ipoalbuminemia, edema ed emoconcentrazione.
Controindicazioni e avvertenze
Lenograstim non deve essere somministrato a pazienti o a soggetti sani con ipersensibilità al prodotto e non deve essere somministrato contemporaneamente a chemioterapia citotossica.
Il farmaco non deve inoltre essere somministrato a pazienti con neoplasia mieloide diversa dalla leucemia mieloide acuta “de novo”; pazienti con leucemia mieloide acuta “de novo” sotto i 55 anni di età e/o con leucemia mieloide acuta “de novo” con citogenetica favorevole.
In gravidanza e allattamento lenograstim deve essere utilizzato solo se strettamente necessario.