Cos’è l’ammonio e perché si esegue il test per quantificare la concentrazione di ammonio nel sangue?
L’ammonio (NH3) è un prodotto finale del metabolismo delle proteine e viene prodotto dall’azione dei batteri dell’intestino e dalle cellule dell’organismo nel corso della digestione delle proteine. In quanto prodotto di scarto, viene poi trasportato al fegato dove viene trasformato in urea; l’urea viene infine escreta con le urine.
Quando questo processo non funziona correttamente, si ha un accumulo di ammonio nel sangue ed elevati livelli di ammonio possono determinare l’insorgenza di seri problemi di salute, soprattutto a livello cerebrale.
Livelli elevati di ammonio sono il più delle volte dovuti a patologie epatiche come epatiti o cirrosi: accumulandosi nel cervello, l’ammonio può causare l’encefalopatia epatica, una malattia che provoca alterazioni mentali e neurologiche causa di sonnolenza, confusione, disorientamento fino al coma.
Altre cause meno frequenti di incremento dei livelli di ammonio includono l’insufficienza renale, disordini genetici e, soprattutto nei bambini e negli adolescenti, la sindrome di Reye: una rara sindrome che può comparire in seguito a un’infezione virale (come influenza o varicella) trattata con aspirina.
Cosa significa il risultato del test?
Una concentrazione elevata di ammonio nel sangue indica che l’organismo non è in grado di metabolizzarlo e quindi di eliminarlo correttamente.
Come avviene l’esame?
Il test viene eseguito mediante prelievo di sangue venoso dal braccio.
Sono previste norme di preparazione?
No, non sono previste particolari norme di preparazione per questo esame.
Si ricorda che i risultati degli esami di laboratorio devono essere inquadrati dal medico, tenendo conto di eventuali farmaci assunti, prodotti fitoterapici e della storia clinica.