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Scleroterapia


Che cos’è la scleroterapia? 

La scleroterapia (terapia sclerosante) è una tecnica mini-invasiva per eliminare i capillari evidenti (teleangectasie) e le piccole vene varicose delle gambe. Si può, in alcune condizioni, eseguire anche per trattare le varici della vena safena. La scleroterapia è considerata un trattamento estetico, poiché i capillari evidenti si presentano solitamente in maniera asintomatica, per quanto si associno di frequente a insufficienza venosa cronica e, dunque, alla sensazione di “gambe pesanti”. La procedura viene eseguita dal chirurgo vascolare, è efficace e normalmente risulta ben tollerata. Da tenere in considerazione che questo tipo di terapia non può eliminare completamente qualsiasi varicosità delle gambe, ma le riduce in maniera evidente con un miglioramento dell’aspetto delle gambe. 

Come si svolge la scleroterapia? 

Mediante l’utilizzo di un ago molto sottile, il medico inietta all’interno del capillare un farmaco, quello più utilizzato e meglio tollerato è il polidocanolo/lauromacrol in diverse percentuali, in forma liquida o in schiuma. L’azione del farmaco, in più sedute, porta all’eliminazione dello stesso capillare in cui è stato iniettato. La scleroterapia è dunque una procedura che comporta più sedute, perché i capillari devono tendenzialmente venire trattati a più riprese e la velocità di risposta dell’organismo varia da persona a persona. I primi risultati cominciano a risultare visibili dopo 2-3 sedute: la media di ciascun ciclo, dunque, è di 6-8 sedute con circa 15 giorni di pausa tra una e l’altra. Il singolo trattamento, invece, ha una durata media di 30 minuti. In conclusione alla singola seduta, sulla zona su cui si è intervenuti viene applicato del cotone tenuto fermo da cerotti, rimovibili dopo poche ore. Viene inoltre consigliato di indossare nelle ore successive una calza elastica a compressione medio-alta o un bendaggio elastico e di cospargere l’area trattata con un apposito gel ad azione antinfiammatoria e antiossidante. Inoltre, nelle settimane successive all’intervento è fondamentale evitare di esporre l’arto trattato al sole, perché potrebbero manifestarsi inestetismi cutanei irreversibili: per questo motivo è fondamentale effettuare il trattamento tra ottobre e aprile. In generale, la scleroterapia per risultare efficace necessità della collaborazione del paziente in maniera continuativa, sia durante i cicli di sedute, sia successivamente, e bisogna tenere in considerazione che le varici potrebbero, nel corso del tempo, ripresentarsi, poiché la patologia venosa è evolutiva e tende al peggioramento. 

La scleroterapia è dolorosa o pericolosa? 

La scleroterapia non è pericolosa e generalmente non è dolorosa: per quanto la soglia del dolore sia diversa da persona a persona, di solito viene avvertito fastidio al momento della puntura dell’ago e una sensazione di bruciore locale provocata dall’iniezione del farmaco, ma sono sintomi che si risolvono in pochi minuti. I giorni successivi al trattamento possono comparire ematomi e arrossamenti nell’area trattata, ma si risolvono spontaneamente senza il ricorso a terapie. Tra le complicanze si segnalano lo sviluppo di macchie da iperpigmentazione e la comparsa di matting, ossia capillari estremamente sottili che compaiono nella sede trattata e si presentano in forma di chiazze rosse. Il matting si può trattare con scleroterapia o laserterapia, il più delle volte in maniera efficace, mentre le macchie da iperpigmentazione tendono a risultare permanenti: per questo motivo è altamente sconsigliata l’esposizione al sole, che è la principale causa di sviluppo di iperpigmentazione dopo il trattamento. 

Chi può effettuare la scleroterapia? 

La scleroterapia è utile a chi presenta capillari evidenti e piccole vene varicose, ma è controindicata sia alle donne in gravidanza e nel periodo di allattamento, sia alle persone che presentano malattie del sangue e della coagulazione (o utilizzano farmaci anticoagulanti), patologie tiroidee o allergie ai farmaci utilizzati. 

Sono previste norme di preparazione? 

Prima dell’esame è raccomandato lo svolgimento di un test ecocolordoppler venoso degli arti inferiori, per valutare l’eventuale presenza di malattie del distretto safenico o del circolo venoso profondo

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