L’inseminazione intrauterina è una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) attraverso la quale si cerca di aumentare le possibilità di incontro tra i gameti (ovociti e spermatozoi) all’interno della tuba. È quindi una tecnica di fecondazione in vivo che consiste nell’introdurre in cavità uterina il liquido seminale dopo opportuno trattamento in laboratorio.
Come si svolge l’inseminazione intrauterina?
Si induce una blanda crescita follicolare multipla (massimo 3-4 follicoli) attraverso l’iniezione sottocutanea di basse dosi di gonadotropine (ormone follicolo-stimolante) o, in casi selezionati, attraverso l’assunzione orale di citrato di clomifene. Dopo alcuni giorni di terapia, la paziente inizia un monitoraggio ecografico dell’ovulazione che ha lo scopo di valutare il numero e le dimensioni dei follicoli e, ove ritenuto indispensabile, un dosaggio di estradiolo e progesterone plasmatico.
Dopo aver raggiunto un diametro follicolare idoneo (intorno ai 18 mm), si induce l’ovulazione mediante l’iniezione sottocutanea o intramuscolare di HCG e, circa 36 ore dopo, si procede con l’inseminazione, ossia al trasferimento in utero degli spematozoi, precedentemente trattati in laboratorio al fine di renderli più idonei al raggiungimento dell’ovocita.
L’inseminazione avviene in ambulatorio, attraverso l’utilizzo di un catetere morbido introdotto attraverso la vagina e il collo dell’utero.
Cosa succede in seguito all’esecuzione dell’inseminazione intrauterina?
Avvenuta l’inseminazione, la paziente rimane sdraiata sul lettino ginecologico qualche minuto, poi si alza e può riprendere le normali attività. In genere, dalla sera dell’inseminazione si inizia una terapia di supporto della fase luteale mediante l’assunzione di progesterone per i 14 giorni successivi all’inseminazione stessa.
L’assunzione del progesterone ha lo scopo di sostenere l’endometrio (la mucosa di rivestimento della cavità uterina) e renderlo maggiormente adatto all’eventuale impianto di una gravidanza.
14 giorni dopo l’esecuzione della procedura di inseminazione intrauterina, viene richiesto alla donna di eseguire un prelievo ematico per la rilevazione delle beta hCG (gonadotropina corionica umana) e valutare quindi un eventuale stato di gravidanza.
In caso di negatività del test di gravidanza, la procedura può essere ripetuta più volte, senza pausa tra un ciclo di stimolo e il successivo, purché si esegua un’ecografia di controllo che verifichi l’assenza di ostacoli a procedere.