Cos’è l’iniezione intracitoplasmatica dei gameti (ICSI) e come si svolge?
L’iniezione intracitoplasmatica dei gameti (ICSI) è uno strumento di straordinaria efficacia, che ha consentito a molte coppie, in cui il numero degli spermatozoi era estremamente ridotto o in cui gli spermatozoi dovevano essere prelevati dal testicolo o dall’epididimo, di poter accedere con successo ai programmi di riproduzione assistita. La tecnica è inoltre indispensabile per la fecondazione degli ovociti crioconservati.
In condizioni di particolare gravità delle condizioni seminali (in genere meno di 500.000 spermatozoi con buona motilità post trattamento) o di precedenti fallimenti di fertilizzazione (scarsa o nulla percentuale di fecondazione), viene eseguita l’iniezione di un singolo spermatozoo all’interno dell’ovocita. In questo caso, gli ovociti iniettati saranno solo quelli che hanno raggiunto un completo stadio maturativo (metafase II).
Alcuni ovociti (il 2% circa) vengono inevitabilmente danneggiati dalla procedura di iniezione e sono destinati a non fertilizzarsi con questa procedura. Il 70% circa degli ovociti iniettati, invece, porterà a una normale fertilizzazione.
Le fasi successive di divisione in blastomeri sono le stesse a quanto previsto per la fertilizzazione in vitro.
In particolari condizioni cliniche o qualora il campione seminale raccolto il giorno del prelievo degli ovociti non risulti idoneo, è possibile, come previsto nel consenso firmato dalla coppia, procedere a una ICSI anche in condizioni in cui originariamente veniva prospettata una FIVET.