Con l’arrivo di una nuova stagione, sono diverse le persone che lamentano dolori addominali e fastidi.
Spesso associata a stitichezza o diarrea o ad entrambe, la sindrome dell’intestino irritabile sembra riacutizzarsi proprio in concomitanza dei cambi di stagione.
Cosa fare e come regolarsi con l’alimentazione?
Ne parliamo con il professor Alessandro Armuzzi, Responsabile dell’Unità Operativa di Malattie infiammatorie croniche intestinali in Humanitas.
Che cos’è la sindrome dell’intestino irritabile?
La sindrome dell’intestino irritabile è un disturbo gastrointestinale funzionale, interessa oltre il 10% della popolazione, in particolare le donne, con un tasso più alto di prevalenza dai 20 ai 50 anni. È caratterizzata da fastidio o dolore addominale, associati all’alterazione della funzione intestinale e accompagnati da gonfiore o distensione addominale.
Colon irritabile: cosa mangiare e cosa evitare?
È bene specificare che la strategia terapeutica per la sindrome dell’intestino irritabile, proprio perché spesso non si conosce la causa, si basa principalmente sul trattamento dei sintomi riferiti dal paziente. Le cause del disturbo infatti sono molteplici e non è riconoscibile un singolo fattore scatenante nel singolo paziente.
In generale, è consigliabile bere almeno due litri di acqua naturale al giorno, soprattutto per chi presenta stitichezza, in modo da evitare i gas che aumentano la sensazione di gonfiore e meteorismo. L’ideale sarebbe bere lontano dai pasti.
Per quanto riguarda l’alimentazione, la dieta “low FODMAP” (Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols) può aiutare a limitare i sintomi: questa dieta prevede la riduzione – o l’eliminazione – degli zuccheri scarsamente digeribili, come gli oligosaccaridi, i monosaccaridi e tutte quelle sostanze che possono aumentare il richiamo di acqua nell’intestino. In generale sono dunque da evitare gli alimenti che aumentano la fermentazione, come il latte vaccino, lo yogurt, i legumi, i carciofi, gli asparagi, i funghi, le mele, le pesche, le albicocche, le ciliegie, l’anguria, i pistacchi, la birra.
Sono invece consigliati il pesce, la carne, il riso, la quinoa, uova e tofu, le banane, le fragole, le carote, le patate, i pomodori, le zucchine, le melanzane e i formaggi stagionati.
Ciascun paziente ha però una sua tolleranza individuale agli alimenti, pertanto è bene affidarsi ai consigli del gastroenterologo e del dietista al fine di ricevere le indicazioni più opportune per la propria alimentazione.
Infine, non bisogna dimenticare di dedicarsi a una costante attività fisica, benefica anche per la salute dell’intestino.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici