Bronchite e polmonite sono patologie che interessano il tratto respiratorio inferiore, dunque i bronchi e i polmoni. “In entrambi i casi si tratta di un’infiammazione acuta, ma localizzata in punti differenti: nella bronchite l’infiammazione è confinata alle vie aeree (i bronchi), mentre nella polmonite è il tessuto polmonare vero e proprio a essere interessato”, spiega la dottoressa Anna Stainer, Pneumologa e Ricercatrice di Humanitas, intervistata da Milanow.
Bronchite e polmonite: quali sono i sintomi
“Tendenzialmente bronchite e polmonite presentano sintomi simili ma distinguerle è fondamentale per impostare una corretta terapia, dato che la polmonite è in genere una malattia più rischiosa e richiede cure specifiche. Il sintomo più comune è la tosse, che può essere associata o meno alla produzione di escreato (il cosiddetto catarro) e alla mancanza di fiato. Pur essendo complesso distinguere solo dalla sintomatologia bronchite acuta e polmonite, la comparsa di manifestazioni come febbre persistente, dolore toracico che peggiora con la respirazione o mancanza di fiato severa e progressiva, possono destare un sospetto di polmonite. In tal caso lo specialista potrebbe richiedere accertamenti radiologici come la radiografia del torace, essenziale per distinguere una bronchite acuta dalla polmonite e impostare la terapia più adeguata”, approfondisce la dottoressa Stainer.
“La bronchite acuta è una patologia tendenzialmente stagionale, che nella maggior parte dei casi è causata da un’infezione virale e si auto risolve in 2-3 settimane al massimo. Nella stragrande maggioranza dei casi non è necessario utilizzare antibiotici ma solamente farmaci sintomatici.
La polmonite invece è una patologia più severa, che può essere causata sia da batteri sia da virus (come, per esempio, la polmonite da infezione da SARS-CoV-2) e va trattata con una terapia antibiotica specifica. Tra i batteri, il principale agente eziologico della polmonite è lo Streptococco pneumoniae o Pneumococco. La polmonite pneumococcica può essere prevenuta attraverso la somministrazione del vaccino anti-pneumococcico che può essere effettuata in qualsiasi momento dell’anno ed è consigliata alle persone di età superiore ai 65 anni e ai pazienti con malattie croniche polmonari”, continua la specialista.
Bronchite cronica: una patologia dei fumatori
“Al contrario della bronchite acuta, che è una patologia autolimitante che si risolve nel giro di 2-3 settimane, si parla di bronchite cronica quando i sintomi diventano persistenti e non si risolvono nel tempo. La bronchite cronica è una patologia caratterizzata da tosse cronica, espettorazione persistente, e progressiva comparsa di mancanza di fiato, soprattutto sotto sforzo. La bronchite cronica si associa tipicamente all’esposizione al fumo di sigaretta, sia in forma attiva che sotto forma di fumo passivo, magari in ambienti domestici. La patologia inoltre può insorgere anche in pazienti che hanno abbandonato il vizio del fumo da diversi anni. Un altro fattore di rischio è rappresentato dalla esposizione, per esempio in contesti lavorativi, a sostanze che possono danneggiare i polmoni, come polveri o sostanze chimiche.
Anche in presenza di sintomatologia lieve, è importante non trascurarsi e confrontarsi sempre con il proprio medico curante poiché nel sospetto di bronchite cronica sarà indicata l’esecuzione della spirometria. Questo esame è in grado, infatti, di rilevare la presenza di ostruzione bronchiale e permette la diagnosi della cosiddetta broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) con conseguente impostazione di una terapia specifica tempestiva. È importante comprendere che una malattia cronica necessita di una terapia cronica, il medico e il paziente lavoreranno assieme per migliorare la qualità di vita e ridurre la sintomatologia respiratoria”, conclude la dottoressa Stainer.
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