Con il termine ovulazione si intende il momento del ciclo mestruale in cui la donna è all’apice della fertilità e, dunque, potrebbe concepire.
In questa fase, la cosiddetta “finestra fertile”, la cellula riproduttiva (ovocita) cresce e matura fino a venire rilasciato dall’ovaia all’interno della tuba. Contemporaneamente, la mucosa che ricopre le pareti interne dell’utero (endometrio) aumenta di spessore in previsione di un’eventuale fecondazione e conseguente annidamento di una gravidanza. Le perdite di muco cervicale e i suoi cambiamenti di colore e densità sono strettamente correlate a questo momento del ciclo mestruale: la loro presenza, dunque, non deve essere scambiata per qualcosa di patologico, è infatti assolutamente fisiologica e può aiutare a riconoscere l’ovulazione.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Elena Zannoni, ginecologa in Humanitas e responsabile di Chirurgia conservativa ed endoscopica di Humanitas Fertility Center.
Le fasi dell’ovulazione
Il ciclo mestruale non è, come erroneamente si tende spesso a pensare, il periodo in cui assistiamo al vero e proprio flusso mestruale, ossia la perdita di sangue misto a tessuti endometriali, ma l’intero periodo che va da una mestruazione alla mestruazione successiva e che, di norma, dura 28 giorni.
Il ciclo mestruale viene abitualmente diviso in due fasi: quella proliferativa e quella secretiva.
La fase proliferativa prende avvio il primo giorno di flusso mestruale e si conclude al termine dell’ovulazione. A questo punto subentra il periodo secretivo che può concludersi con una nuova mestruazione o con l’inizio di una gravidanza.
La “finestra fertile”: i sintomi dell’ovulazione
L’ovulazione avviene circa 14 giorni prima del successivo ciclo mestruale, quindi, in un ciclo di 28 giorni, si verifica intorno al quattordicesimo giorno del ciclo a metà quindi tra le due mestruazioni ed è il momento in cui la donna può restare incinta. In questa fase un singolo ovulo (raramente più di uno, da cui possono derivare gravidanze gemellari) matura per poi venire espulso dall’ovaia.
Vi sono una serie di manifestazioni che possono essere di avvertimento e che, se riconosciute, possono aiutare la donna a valutare l’avvicinarsi dell’ovulazione. Uno dei segnali fondamentali a cui prestare attenzione è il muco cervicale prodotto dalla cervice uterina i cui cambiamenti di colore e densità sono facilmente riconoscibili. Subito dopo la fine del flusso mestruale, il muco inizia ad aumentare di quantità e passa dall’essere denso ad essere sempre più fluido e trasparente, come la “chiara dell’uovo”. A ovulazione avvenuta e fino alla mestruazione successiva, invece, da limpido il muco cervicale assume un colore biancastro e risulta più spesso.
Il cosiddetto muco fertile, dunque quello maggiormente limpido ed evidente, segnala la fase in cui si hanno più possibilità di dare avvio a una gravidanza.
Un’altra manifestazione che può essere utile a riconoscere il momento dell’ovulazione è una sensazione di indolenzimento nella zona del basso ventre. Questi sintomi dolorosi possono però venire avvertiti con differente intensità a seconda della persona e, dunque, non sono un indicatore sufficientemente preciso. Non sempre infatti sono presenti o riconoscibili dalla donna.
Se si desidera conoscere il proprio periodo fertile, è possibile fare ricorso anche a stick che riconoscono il picco dell’ormone LH (presente al momento dell’ovulazione) nelle urine e sono di facile utilizzo (tipo test di gravidanza). Non bisogna però pensare che questi strumenti possano dare risposte certe e, soprattutto, non è garantito il concepimento avendo rapporti sessuali in una fase presumibilmente fertile.
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