COME TI POSSIAMO AIUTARE?

Centralino
+39 02 8224 1

Se hai bisogno di maggiori informazioni contattaci telefonicamente

Prenotazioni Private
+39 02 8224 8224

Prenota una visita in privato o con assicurazione telefonicamente, oppure direttamente online

Centri

IBD Center
0282248282
Dipartimento di Gastroenterologia
02 8224 8224
Ortho Center
02 8224 8225
Cancer Center
0282246280
Centro Odontoiatrico
0282246868
Cardio Center
02 8224 4330
Centro Obesità
02 8224 6970
Centro Oculistico
02 8224 2555

Pericardite


Che cos’è la pericardite?

La pericardite è un’infiammazione che colpisce il pericardio, la membrana che riveste il cuore e l’origine dei grandi vasi. Il pericardio è costituito da due foglietti, separati da un sottile strato di liquido, il fluido pericardico.

L’infiammazione dei foglietti pericardici può determinare o meno un incremento del liquido pericardico (versamento pericardico). Quando il versamento pericardico è abbondante e la sua formazione repentina, può determinare il collasso delle camere cardiache: in questo caso parliamo di tamponamento cardiaco, emergenza cardiologica potenzialmente letale che necessita di un tempestivo intervento per drenare il fluido in eccesso.

Raramente, l’infiammazione, se particolarmente severa e prolungata, può esitare in fibrosi e calcificazione, con conseguente ispessimento e irrigidimento del pericardio. In tale condizione, definita pericardite costrittiva, il pericardio diviene una vera e propria gabbia per il cuore, impedendone la corretta espansione e riempimento.

Infine, la pericardite può o meno associarsi o essere conseguenza di un’infiammazione del muscolo cardiaco (miocardite), in tali casi si parlerà di miopericardite.

In base alla durata dell’infiammazione, la pericardite si potrà definire acuta (durata inferiore a 4 settimane), incessante (durata fra 4 e 12 settimane) e cronica (durata maggiore a 12 settimane). Se la pericardite acuta recidiva entro due anni dal primo episodio, si parlerà invece di pericardite ricorrente.

Quali sono le cause della pericardite?

Le cause della pericardite possono essere infettive o non infettive, tuttavia, nella maggior parte dei casi, la pericardite è definita idiopatica, ovvero non è possibile identificare una chiara causa scatenante.

Frequentemente, la pericardite acuta ammette una genesi virale (in particolare virus influenzali e parainfluenzali, nonché il SARS-CoV-2 legato a COVID-19). Più raramente, alcuni batteri (in particolare i micobatteri della tubercolosi), funghi e parassiti possono essere coinvolti.

Tra le cause non infettive vi sono tumori, infarto miocardico, insufficienza renale avanzata (pericardite “uremica”), disturbi della funzione tiroidea, malattie autoimmuni, farmaci (tra cui antibiotici e antineoplastici), trattamenti radianti, traumi o lesioni (anche conseguenti a procedure diagnostiche o terapeutiche che coinvolgono il pericardio, quali gli interventi cardiochirurgici).

Quali sono i sintomi della pericardite?

Il sintomo tipico della pericardite è il dolore toracico, più intenso in posizione supina e alleviato dalla posizione seduta e reclinata in avanti; varia con la respirazione e la tosse.

Essendo la genesi virale fra le più comuni, spesso la pericardite acuta è preceduta da sintomi influenzali (tosse, febbre) e/o gastroenterici (diarrea, nausea, vomito).

Altri sintomi possono essere legati a quelli della specifica causa sottostante.

Pericardite: come si fa la diagnosi?

Per diagnosticare la pericardite possono essere necessari i seguenti esami:

  • Esame obiettivo cardiologico: a un’accurata auscultazione del cuore è possibile apprezzare degli sfregamenti, che riflettono lo scorrimento fra loro dei foglietti pericardici inspessiti ed infiammati.
  • Elettrocardiogramma (ECG): sono presenti alterazioni dell’attività elettrica cardiaca in più della metà dei casi di pericardite.
  • Radiografia del torace: può suggerire la presenza di versamento pericardico ed evidenziare polmoniti concomitanti.
  • Esami ematici: con particolare attenzione al rialzo degli indici infiammatori;
  • Ecocardiogramma transtoracico: permette di individuare e quantificare il versamento pericardico nonché il suo impatto sul riempimento delle camere cardiache.

Come trattare la pericardite?

Se i sintomi e gli esami diagnostici suggeriscono una malattia specifica come causa della pericardite, questa andrà indagata e trattata.

Nella maggior parte dei casi, quando la pericardite è idiopatica, il trattamento prevede la somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) ad alte dosi, come acido acetilsalicilico o ibuprofene, per diverse settimane, riducendo progressivamente la dose. Si associa la colchicina, un farmaco blandamente immunosoppressivo, per ridurre il rischio di recidive. I sintomi solitamente si alleviano nell’arco di qualche giorno di trattamento.

Nel caso i FANS risultino inefficaci o siano controindicati, si prescrive una terapia a base di corticosteroidi, che rappresentano abitualmente una seconda linea terapeutica.

Per i pazienti che presentano pericarditi ricorrenti nonostante prolungate terapie corticosteroidee si può considerare l’uso di terapie immunosoppressive più potenti: azatioprina, anakinra, immunoglobuline endovena.

In tutti i casi, è tuttavia indispensabile astenersi dall’esercizio fisico per almeno due settimane dall’esordio di una pericardite acuta, e comunque fino a risoluzione clinica e laboratoristica dell’infiammazione.

Si può prevenire la pericardite?

Purtroppo, non è possibile adottare misure per la prevenzione della pericardite. In questo caso, una tempestiva valutazione cardiologica può consentire una tempestiva diagnosi e terapia, in modo da prevenire l’evoluzione verso forme croniche o ricorrenti della malattia.

Torna su