Sono quasi 27 milioni gli italiani che soffrono di cefalea, patologia a cui ci si riferisce più comunemente come “mal di testa”. Gli specialisti, infatti, hanno individuato oltre 100 tipi di mal di testa differenti, che hanno quindi molteplici sintomatologie e possibilità di cura.
“La maggior parte dei pazienti che soffre di mal di testa sviluppa delle forme benigne, che possono però essere anche molto invalidanti, come nel caso dell’emicrania, che affligge circa 15 milioni di italiani, anche in forma cronica. Vi è poi una percentuale di forme cosiddette ‘secondarie’, ossia in cui il mal di testa è il sintomo di un’altra patologia, come l’ipertensione, o disturbi metabolici e infiammatori, oppure, in minima parte, disturbi oncologici o malattie del sistema immunitario”, spiega il dottor Vincenzo Tullo, neurologo e responsabile dell’ambulatorio cefalee di Humanitas.
Cosa fare in caso di mal di testa?
“Quando si inizia a soffrire di mal di testa, è sempre opportuno prenotare una visita neurologica, poiché va identificata la natura del disturbo: se è primario oppure se è sintomo di un’altra patologia e di che tipo di cefalea si tratta. Se il mal di testa si presenta in maniera sporadica e ha una bassa intensità, si tratta generalmente di una forma comune di mal di testa, la cefalea muscolo-tensiva, legata allo stile di vita, che si manifesta come una sorta di peso, di costrizione che coinvolge tutta la testa. Se tuttavia il paziente soffre di crisi molto forti, a cui si associano nausea, vomito, fastidio alla luce, ai rumori e agli odori, potrebbe trattarsi di emicrania.
Una volta identificato il tipo di cefalea, gli antidolorifici sono la migliore arma che abbiamo a disposizione, soprattutto quando si parla di emicrania. L’antidolorifico va però assunto subito, a partire dai primi sintomi del mal di testa, altrimenti, quando la crisi è già in fase avanzata, l’effetto può essere meno efficace. Bisogna anche prestare attenzione alla quantità di antidolorifico assunto: una quantità eccessiva può infatti peggiorare i sintomi invece di attenuarli. Si chiede dunque ai pazienti di prendere nota ogni qual volta ricorrono a un antidolorifico: se superano le 10-12 volte in un mese diventa necessario considerare una terapia di prevenzione”, continua lo specialista.
In questi ultimi anni è stato fatto un importante passo avanti nella cura dell’emicrania perché sono arrivati dei nuovi farmaci di prevenzione noti come “anticorpi monoclonali” che sono in grado di ridurre del 60-70% i giorni mensili di emicrania. La loro somministrazione è mensile e la dose si inietta sottocute (ad esempio nella coscia) tramite una siringa preriempita di facile utilizzo che consente al paziente di autoiniettarsi il farmaco. La prescrizione di questi farmaci tramite il SSN è possibile solo da neurologi di centri cefalee.
Mal di testa e alimentazione: quali correlazioni?
“Tra mal di testa e alimentazione vi è una correlazione molto forte, in particolar modo quando parliamo di emicrania. È importante, infatti, che i pazienti interessati da emicrania, per ridurre la quantità delle crisi, impostino uno stile di vita corretto, anche quando si parla di dieta.
Le reazioni agli alimenti sono soggettive e possono variare da paziente a paziente, ma in generale gli emicranici devono prestare attenzione a non abusare di cibi grassi, come formaggi stagionati, insaccati, salsicce, fritture, lievitati, e cioccolato.
Il caffè, invece, se assunto in piccole quantità durante un attacco di emicrania può aiutare a contenere i sintomi, ma quando si eccede (più di 4-5 tazzine al giorno) può aumentare le crisi”, prosegue il dottor Tullo.
“La frutta secca contiene fibre e acidi grassi insaturi, come gli omega3 e gli omega6, positivi per la circolazione e con un’azione antinfiammatoria, però rientra anche nella categoria degli allergeni ed è un alimento molto calorico, che i pazienti emicranici dovrebbero assumere con moderazione.
Chi soffre di emicrania dovrebbe infatti prestare attenzione alle calorie assunte durante la giornata e avere un’alimentazione ordinata, in cui colazione, pranzo e cena si svolgono sempre al medesimo orario.
Invece alcuni infusi e tisane, come karkadè, rooibos, rosa canina o camomilla, aiutano a contenere i sintomi dell’emicrania. Le tisane sono ricche di antiossidanti, che contribuiscono a neutralizzare i radicali liberi prodotti in eccesso dall’organismo. Inoltre, le tisane hanno anche un’azione antinfiammatoria naturale e un consumo quotidiano può prevenire i sintomi del mal di testa”, conclude il dottor Tullo.
L’articolo è tratto da un’intervista del dottor Vincenzo Tullo a Il mio medico (TV2000) del 2 dicembre 2021. Per rivedere l’intervista, clicca qui.
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