Tra i numerosi cambiamenti che negli ultimi due anni abbiamo affrontato, per diverse persone lo smart working ha rappresentato una grande novità. Chi ha iniziato a lavorare da casa si è trovato a trascorrere ore davanti al computer, spesso in postazioni non adeguate e questo ha provocato un aumento dei cosiddetti “mali da tastiera”, come i dolori alle mani, al polso o al gomito.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa dottoressa Laura Frontero, chirurgo della mano in Humanitas Rozzano e presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Milano Murat.
Dolore a mani, polso e gomito
È molto probabile che a casa si siano improvvisate nuove postazioni di lavoro, inadatte al lavoro d’ufficio. Qualche esempio? Schermi troppo bassi, mouse non ergonomici e scrivanie troppo alte, obbligano a mantenere a lungo durante il lavoro delle posizioni scomode e scorrette.
La zona più colpita da questo tipo di posizioni è quella degli estensori, con conseguente dolore alle dita sul versante dorsale e dolore al polso. I muscoli estensori, poi, si inseriscono a livello della parte esterna del gomito: se vengono sovraccaricati, possono provocare fastidiose epicondiliti, come il cosiddetto “gomito del tennista”.
Dolore a mani, polso e gomito: quando fare una visita ortopedica?
La prima cosa da fare è, per quanto possibile, sistemare la postazione di lavoro, regolando tastiera e schermo alla giusta altezza e ponendo lo schienale in posizione corretta.
Il mouse – ergonomico – dovrà essere accanto alla tastiera, in modo da non costringere una delle due mani a trovarsi in una posizione sbilanciata rispetto all’altra. Sarebbe preferibile utilizzare un mouse verticale che permetta di lavorare con mano, polso e gomito in posizione ergonomica.
Sgranchirsi durante le pause, che andranno fatte con costanza, sarà inoltre utile a contrastare l’insorgenza di eventuali dolori.
È bene poi prestare attenzione alla posizione della colonna vertebrale e delle braccia, cercando di cambiarla ogni circa quarto d’ora. Può anche essere utile fermarsi almeno una volta ogni ora per fare degli esercizi mirati di stretching.
Quando, nonostante i piccoli accorgimenti posturali adottati, i fastidi continuano a manifestarsi è opportuno rivolgersi a uno specialista: grazie a una visita ortopedica sarà possibile individuare eventuali patologie e ricevere indicazioni personalizzate, anche rispetto al trattamento, laddove necessario.
In presenza di una sintomatologia dolorosa persistente, lo specialista potrebbe indicare il confezionamento di tutori notturni al fine di impedire la compressione all’estrema flessione di gomito e polso, così da compensare con lo scarico notturno il sovraccarico diurno.
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