Il gonfiore alle gambe e alle caviglie è una condizione diffusa che interessa sia pazienti che soffrono di insufficienza venosa, sia coloro che hanno uno stile di vita particolarmente sedentario e fanno poca attività fisica, magari anche a causa dello smart-working che ha modificato lo stile di vita di molte persone durante i mesi di pandemia COVID-19.
In estate, complici le temperature che tendono ad aumentare, questa patologia può peggiorare, con maggiori fastidi per chi ne soffre.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Mariagrazia Bordoni, Responsabile dell’Unità Operativa Chirurgia Venosa Complessa e degli Accessi Vascolari in Humanitas.
Gambe gonfie: quali rimedi?
Un aumento del gonfiore a piedi e caviglie è tipico dei mesi più caldi e molto comune, soprattutto alla fine della giornata, dopo aver trascorso diverse ore seduti alla scrivania o in piedi in posizioni statiche.
Alcuni rimedi alla portata di tutti che possono aiutare ad attenuare il disturbo sono evitare ambienti troppo caldi e muoversi ogni volta che risulta possibile. Anche mantenersi idratati e scegliere un’alimentazione equilibrata può essere utile a contrastare il gonfiore.
Gambe gonfie: riposare e camminare
Un metodo per aumentare il drenaggio di liquidi dalle gambe è riposare mantenendo le gambe lievemente sollevate. I maggiori benefici li otteniamo però camminando. Quando si cammina, infatti, l’attività dei muscoli del polpaccio funziona come una sorta di “pompa” che aiuta a eliminare i liquidi in eccesso dagli arti inferiori.
Per aumentare la sensazione di benessere è sufficiente ritagliarsi un po’ di tempo per una camminata, senza che vi sia il bisogno di correre o effettuare ulteriori esercizi.
Quando consultare lo specialista?
Tra le cause associate all’edema, dunque al gonfiore, di piedi e caviglie, possono esservi alcune patologie piuttosto importanti. In particolare bisogna prestare attenzione al fenomeno e rivolgersi al medico di medicina generale o allo specialista quando il gonfiore continua anche al di fuori dei mesi estivi o si associa ad altri disturbi. Sarà lo specialista, se lo riterrà necessario, a indicare quali sono gli eventuali esami più opportuni per approfondire il problema.
I trattamenti per l’insufficienza venosa
I trattamenti per l’insufficienza venosa dipendono dalla storia clinica del singolo paziente e non è possibile identificarne uno valido per chiunque presenti questo disturbo. Casi meno severi, infatti, possono essere trattati semplicemente modificando il proprio stile di vita, per altri pazienti che avvertono anche sintomi come il senso di pesantezza, invece, può essere necessaria una terapia farmacologica di supporto, oppure può venire indicato l’utilizzo di calze elastiche (si tratta di un supporto di cui esistono diverse classi, che va necessariamente prescritto dal medico). Nei casi più severi, infine può essere necessario ricorrere alla chirurgia. Per quanto riguarda i trattamenti chirurgici, bisogna tuttavia tenere presente che oggi alle tecniche di chirurgia classiche si affiancano metodi mini-invasivi, come l’ablazione della vena safena, che viene chiusa senza essere sfilata.
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