Il complesso protrombinico umano viene somministrato principalmente ai pazienti affetti da emofilia A o B. Viene utilizzato per controllare e prevenire le emorragie, in caso di interventi chirurgici e come profilassi di routine per prevenire o ridurre la frequenza delle emorragie.
Che cos’è il complesso protrombinico umano?
Il complesso protrombinico umano agisce promuovendo la coagulazione del sangue e invertendo gli effetti dei farmaci anticoagulanti.
Come si assume il complesso protrombinico umano?
In genere il complesso protrombinico umano viene somministrato mediante infusione in vena.
Effetti collaterali del complesso protrombinico umano
Fra i possibili effetti avversi del complesso protrombinico umano sono inclusi:
- dolori muscolari o articolari
- lieve mal di testa
- dolore, prurito, bruciore, gonfiore o noduli a livello del punto in cui è stato inserito l’ago per l’infusione
È importante rivolgersi subito a un medico in caso di:
- rash
- orticaria
- prurito
- difficoltà respiratorie
- senso di oppressione o dolore al petto
- gonfiore di bocca, volto, labbra o lingua
- mal di testa forte o improvviso
- problemi alla vista
- difficoltà a parlare
- difficoltà a camminare
- difficoltà di deglutizione
- dolore o sensibilità a una gamba o a un lato del corpo
- intorpidimenti
- debolezza
- sangue nell’espettorato
- sensazione di avere la testa leggera, capogiri o svenimenti
- nausea e vomito forti
- sensazione di calore o arrossamento a volto, collo, braccia o torace
Controindicazioni e avvertenze
Il complesso protrombinico umano è controindicato in caso di disturbi della coagulazione del sangue o trombocitopenia causati dall’eparina.
Prima della somministrazione è inoltre bene informare il medico:
- di allergie ai principi attivi, ad altri farmaci (in particolare medicinali che influenzano la coagulazione del sangue, come eparina, albumina e antitrombina III), ad altre sostanze o ad alimenti
- dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti
- se si soffre (o si ha sofferto) di scompenso cardiaco congestizio, trombosi venosa profonda o altri problemi cardiaci o disturbi della coagulazione
- in caso di infarto
- in caso di ictus
- in caso di gravidanza o allattamento