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Vaccino anti papillomavirus umano (HPV)

Il papilloma virus umano (o HPV – Human Papilloma Virus) è responsabile di infezioni molto diffuse. Ne sono stati identificati quasi duecento genotipi virali, la maggior parte dei quali causa lesioni come le verruche a mani, piedi o al volto, ma una quarantina infetta le mucose, soprattutto genitali. Alcune lesioni possono degenerare verso forme tumorali, come i più aggressivi tumori del cavo orale e del collo dell’utero

I genotipi che colpiscono le mucose sono classificati in tipi a basso rischio oncogenico e genotipi ad alto rischio oncogenico. I tipi a basso rischio provocano lesioni benigne prive di rischio di evoluzione verso la malignità. Ai 14 ceppi virali HPV del gruppo ad alto rischio sono dovuti almeno il 75% dei tumori del collo dell’utero e i tumori all’ano, al pene, alla cavità orale e all’orofaringe. Il contagio con HPV avviene tramite contatto fisico, con il virus che in presenza di microscopiche lacerazioni, tagli o abrasioni delle mucose e della pelle, penetra e infetta cellule sane. L’infezione genitale da HPV si trasmette attraverso i rapporti sessuali ed è una delle più frequenti malattie sessualmente trasmesse. L’utilizzo del preservativo nei rapporti genitali non elimina del tutto il rischio di contagio.

Il vaccino anti papillomavirus umano attualmente in uso è indicato per la protezione contro le patologie provocate da 9 tipi di papillomavirus umano (HPV): 6, 11, 16, 18, 31, 22, 45, 52 e 58. Queste patologie comprendono lesioni pre-tumorali e tumori dei genitali femminili (collo dell’utero vulva e vagina), lesioni pre-tumorali e tumori dell’ano e condilomi (verruche) genitali in maschi e femmine, oltre a lesioni pre-tumorali e tumori del cavo orale e della gola.

Come funziona il vaccino anti papillomavirus umano (HPV)?

Il vaccino è stato studiato in maschi di età compresa tra 9 e 26 anni e in femmine di età compresa tra 9 e 45 anni, con lo scopo di proteggere contro i tipi di HPV responsabili della maggior parte dei tumori genitali: quindi il vaccino è utilizzato per prevenire queste patologie, mentre la sua somministrazione non serve per trattare malattie già conclamate. 

Il vaccino anti papillomavirus umano è composto da particelle simili al virus (Virus-Like Particles, VLPs) altamente purificate della proteina capsidica (l’involucro del virus) associate a sostanze adiuvanti, prodotte mediante DNA ricombinante e dunque senza utilizzare il DNA del virus. Dal momento che non contiene materiale genetico virale, non può infettare le cellule né replicarsi. 

Dopo la somministrazione del vaccino, il sistema immunitario del soggetto inizia a produrre anticorpi contro queste proteine e quindi nel caso di un eventuale attacco da papilloma virus, l’organismo riconosce immediatamente le cellule patogene impedendo al virus di arrecare danno.

Il vaccino è efficace quando viene somministrato precedentemente al contatto dell’organismo con il papilloma virus (quindi prima dell’inizio dell’attività sessuale).

Il vaccino somministrato oggi è Gardasil 9, vaccino nonavalente che immunizza contro i sierotipi 6 e 11, responsabili di più del 90% dei condilomi anogenitali, e i sierotipi 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58, che causano il 98% di tutte le lesioni pre-cancerose e delle neoplasie che attaccano vulva, vagina, collo dell’utero e ano.

Quando fare il vaccino anti papillomavirus umano (HPV)? 

Nel mese di agosto 2023 è stato pubblicato dal Governo Italiano e dal Ministero della Salute il nuovo Piano Nazionale Vaccinale 2023-25 (approvato in Conferenza Stato-Regioni il 2 agosto 2023 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 agosto 2023 – G.U. Serie Generale, n. 194 del 21 agosto 2023).

Il piano prevede di “rafforzare la prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie HPV correlate” con la seguente modalità:

Adolescenti 11-18 anni: Vaccinazione anti-papillomavirus (HPV) 

  • 2 dosi a partire da 11 anni 
  • 3 dosi dopo aver compiuto 15 anni
  • Raccomandata
  • Gratuita nelle strutture sanitarie pubbliche 

Il 12° anno (dall’11° al 12° compleanno) è l’età preferibile per effettuare la vaccinazione anti-papillomavirus (anti-HPV) ai ragazzi, sia femmine che maschi. Ciclo vaccinale a 2 dosi (0 e 6 mesi) per le ragazze e per i ragazzi nel dodicesimo anno di vita e fino a 14 anni inclusi; ciclo vaccinale a 3 dosi ai tempi 0, 2, 6 mesi a partire dai 15 anni e comunque tutte e tre le dosi devono essere somministrate entro un periodo di 1 anno.

Per adulti dai 9-60 anni è introdotto programma di recupero (catch up) vaccinale HPV, per le donne almeno fino a 26 anni, anche utilizzando l’occasione opportuna della chiamata al primo screening per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero (pap test), e per gli uomini almeno fino a 18 anni inclusi, con mantenimento della gratuità nelle strutture sanitarie pubbliche per tutte le dosi del ciclo vaccinale, qualora non siano stati precedentemente vaccinati o non abbiano completato il ciclo vaccinale. 

Inoltre la vaccinazione HPV viene raccomandata:

  • alle donne di qualsiasi età che sono state trattate per lesioni di tipo CIN2+ o di grado superiore. La vaccinazione potrà essere somministrata prima del trattamento o successivamente, fino a un massimo di tre anni dal trattamento stesso;
  • a persone con infezione da HIV.

Chi non deve essere vaccinato?

Non deve ricevere la vaccinazione anti HPV chiunque abbia avuto una reazione allergica importante a qualsiasi componente del vaccino HPV o a una precedente dose di vaccino HPV. Inoltre risulta di primaria importanza informare il medico se il paziente presenta allergia al lievito (in quanto le particelle simil-virali prodotte per la costituzione del vaccino tetravalente sono prodotte da cellule di lievito).

I dati a disposizione sono invece insufficienti per poter raccomandare la vaccinazione durante la gravidanza e pertanto la vaccinazione deve essere posticipata fino al termine della gravidanza (anche se l’aver ricevuto il vaccino HPV in gravidanza non è motivo di interruzione della stessa).

I pazienti con malattie lievi (quali infezioni minori del tratto respiratorio superiore o lieve rialzo febbrile) possono in genere essere vaccinati con sicurezza. Se invece hanno malattie moderate o severe (come ad esempio stati febbrili gravi acuti) è opportuno attendere la guarigione prima di effettuare la vaccinazione.

Effetti indesiderati della vaccinazione

Il vaccino HPV viene utilizzato in tutto il mondo da almeno 20 anni ed è risultato molto sicuro; i dati derivati da studi clinici randomizzati mostrano infatti che gli eventi frequenti significativamente associati alla vaccinazione sono solo reazioni locali nella sede di iniezione, mentre il rischio che il vaccino provochi un danno grave è estremamente modesto. Naturalmente, come ogni altro farmaco o vaccino è possibile che la vaccinazione determini un danno grave, come ad esempio una reazione allergica severa, ma questa è un’evenienza in genere molto rara. Per quanto riguarda le reazioni locali al vaccino (dolore, arrossamento, gonfiore e prurito) queste sono molto comuni (fino all’80% dei casi) ma in genere lievi/moderate e comunque transitorie, risolvendosi pertanto spontaneamente nell’arco di pochi giorni. Altri eventi avversi conseguenti la vaccinazione ma rarissimi sono febbre, nausea, vomito, diarrea o dolore addominale, dolore muscolare o articolare. Inoltre, come dopo una qualsiasi procedura medica, è possibile il verificarsi di sincopi (svenimenti brevi e sintomi correlati come capogiri); per tale motivo è necessario stare seduti o sdraiati per circa 15 minuti dopo la vaccinazione, in modo da aiutare a prevenire lo svenimento e le lesioni causate da cadute.

Come per tutti gli altri vaccini, anche il vaccino HPV continuerà ad essere monitorato nel corso del tempo, con la segnalazione di eventuali problemi, inclusi quelli insoliti o gravi.

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